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Talvolta l’anticalcio batte il calcio… Questo Bologna che ci prova sempre merita comunque un plauso, voltiamo pagina senza perdere l’entusiasmo

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Bologna-Monza 0-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.

PRO

Il giusto atteggiamento nonostante l’emergenza – Tutto il Bologna, a cominciare dal suo allenatore, non si è pianto addosso e anche ieri ha provato a fare di necessità virtù, malgrado le numerose e pesanti assenze in attacco e in difesa. La squadra ha cercato comunque di portare avanti il suo solito credo e di fare gioco, contro un Monza che ha invece puntato tutto sulla speculazione e l’ostruzionismo (emblematico e per certi versi sconvolgente il dato sul possesso palla brianzolo nella metà campo felsinea, solo 1 minuto e 55 secondi). È andata male e talvolta capita che l’anticalcio batta il calcio, bisogna accettarlo e passare oltre, ma chi adesso si lancia in lodi sperticate per Palladino e il suo gruppo dovrebbe andarsi a rivedere meglio come sono arrivati gli attuali 29 punti in classifica dei biancorossi.

La mediana Schouten-Dominguez – A livello di singoli, i segnali maggiormente positivi in casa rossoblù sono arrivati dalla mediana, cioè da Schouten e Dominguez. Per quantità e qualità, il centrocampo rappresenta senza dubbio il miglior reparto del Monza, ma Jerdy e Nicolas si sono ben spalleggiati e hanno vinto tanti duelli individuali, facendosi quasi sempre trovare al posto giusto nel momento giusto per interdire e gestendo bene ogni possesso. Al momento, in attesa che Medel riacquisti la miglior condizione, sembra questa la coppia più affidabile per ricoprire quelle due posizioni, ed è opportuno sottolineare come il loro feeling sul rettangolo verde sia molto migliorato rispetto alla scorsa stagione, quando spesso erano parsi poco compatibili.

L’affetto dei tifosi – È stato bellissimo vedere il Dall’Ara riempito da quasi 23 mila spettatori (contando anche il settore ospiti, certo), così come è stato doloroso vedere le facce tristi e amareggiate dei tifosi del Bologna alla fine di una partita nata tra mille problemi, proseguita male e terminata peggio. Il sostegno ai rossoblù, però, non è mai mancato, dal primo all’ultimo minuto, e alla fine la squadra è stata giustamente applaudita per lo sforzo profuso nonostante le difficoltà. Il BFC è incappato in un doloroso e fastidioso incidente di percorso ma, riprendendo le dichiarazioni di Motta, ora non ci si deve abbattere e non si deve disperdere l’entusiasmo che si era venuto a creare. Il settimo posto, peraltro, è ancora lì ad un passo.

Lo striscione per il compleanno di Davide Ferrerio – «A 21 anni dovevi essere qui. Davide sei sempre in mezzo a noi». Non c’è altro da aggiungere a quanto scritto dai ragazzi della Curva Andrea Costa, se non… giustizia per Davide e la sua famiglia!

CONTRO

Ferguson ‘falso 9’ e la fase offensiva – Fare di necessità virtù, dicevamo, a partire proprio da una mezzala come Ferguson utilizzata da centravanti con l’obiettivo di non dare punti di riferimento alla retroguardia ospite. L’esperimento (anche se Thiago non ama questo termine), pressoché obbligato visto il periodo buio che sta attraversando Barrow, era già stato tentato tre settimane fa con Soriano contro la Cremonese, e anche in quel caso non aveva sortito gli effetti sperati. Insomma, va bene non perdersi d’animo di fronte all’emergenza e percorrere strade alternative, ma talvolta sono le soluzioni più semplici (proprio Barrow o, con più coraggio, il giovane Raimondo) quelle più efficaci. In generale, la squadra si è inceppata negli ultimi sedici metri, compiendo spesso la scelta sbagliata in sede di conclusione o ultimo passaggio, merito anche di un Monza compatto, accorto e abile nel creare densità in zona centrale.

La crisi di Barrow – L’altro lato della medaglia riguardo al discorso appena fatto riguarda proprio Barrow: è un esterno offensivo più che una punta, lo sappiamo, ma rimane pur sempre un attaccante e il fatto che per fare il numero 9 gli sia stato preferito un centrocampista è emblematico delle sue condizioni. Quando gioca, Musa ormai si limita ad appoggiare il pallone indietro al terzino o di lato alla mezzala, oppure a far partire cross non troppo precisi verso l’area. Sguardo smarrito nel vuoto, non punta più l’uomo (dunque non lo salta) e fatica a liberarsi per andare al tiro, il suo fondamentale migliore. Del giocatore ammirato nella prima metà del 2019, appena acquistato dall’Atalanta, non resta praticamente nulla: qualcuno ci dica cosa gli sta succedendo.

Gli errori sul gol di Donati – Posch esce quasi a centrocampo e viene tagliato fuori da un rapido scambio dei biancorossi, Sosa si fa saltare secco da Petagna, Cambiaso non riesce ad arginare il ‘bisonte’ del Monza, Skorupski si fa avanti un po’ in ritardo e alla fine, in mezzo ai due greci Lykogiannis e Kyriakopoulos, spunta Donati. In sintesi: brutta azione difensiva, gol sicuramente evitabile (e purtroppo decisivo).

La mezzora di Arnautovic – Al 65′, coi rossoblù sotto nel punteggio e senza un centravanti di ruolo, Motta ha deciso di rischiare Arnautovic, assente per infortunio da Roma-Bologna del 4 gennaio. L’austriaco, però, è apparso molto indietro di condizione, e l’unico segno che ha lasciato sulla partita è stato l’applauso ironico all’arbitro Zufferli che gli è costato un’ammonizione pesante: diffidato, salterà la sfida di sabato in casa della Sampdoria. Non un gran ritorno, per usare un eufemismo… Ora testa bassa e lavorare, contro l’Inter domenica 26 servirà il vero Marko (ma almeno per un tempo sarebbe servito anche a Genova).

La direzione di Zufferli – Per far sì che alcune squadre si comportino in un certo modo, tra perdite di tempo, provocazioni e interventi ruvidi, serve un arbitro che glielo consenta. Neanche 52 minuti di gioco effettivo: complimenti al signor Zufferli di Udine, sperando che passino anni prima di ritrovarlo ad arbitrare il Bologna.

I pro e i contro, solo per stavolta, sono i miei. Pepè, che saluta caramente tutti gli utenti e i lettori di Zerocinquantuno, ieri era impegnato col 18° compleanno di sua figlia (auguroni!) e non ha potuto guardare con attenzione la partita. Tranquilli, è già pronto e carico per Marassi…

Simone Minghinelli

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Foto: Getty Images (via OneFootball)