Un Bologna perfetto, il migliore dell'era Saputo. Mihajlovic vince e convince con scelte intelligenti, Barrow e Theate le stelle più luminose

Un Bologna perfetto, il migliore dell’era Saputo. Mihajlovic vince e convince con scelte intelligenti, Barrow e Theate le stelle più luminose

Tempo di Lettura: 3 minuti

Bologna-Lazio 3-0: relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara, solo note liete in casa rossoblù.

La prestazione da favola – Nel giro di una settimana, peraltro abbastanza travagliata visto tutto quello che è successo, siamo passati dalle mille imperfezioni di Empoli alla perfezione di ieri, perché il Bologna ha disputato forse la miglior gara dell’era Saputo. Volevamo capire se l’allenatore avesse ancora in mano la squadra e che tipo di risposte avrebbero dato i calciatori, e il gruppo ha spazzato via ogni dubbio. I moduli, come dicono quelli bravi e come sottolinea spesso anche lo stesso Mihajlovic, non ti fanno vincere le partite, ma senza dubbio aiutano: il 5-3-2 o 5-3-1-1 visto ieri, con Barrow ad occuparsi di Leiva quando la lazio impostava, si è rivelato estremamente funzionale per mandare in tilt una formazione sulla carta molto più forte. Il resto l’hanno fatto l’attenzione, l’intensità, la concentrazione, la cattiveria agonistica e un’eccezionale pulizia tecnica in ogni singola giocata.

La svolta cercata, voluta, costruita – Dopo una brutta sconfitta e una settimana difficile, di solito ci si aspetta una reazione importante quantomeno sul piano nervoso. Io sono un ottimista per natura, ma mai mi sarei aspettato un tale livello di prestazione, una meraviglia sotto ogni punto di vista dal 1′ al 95′. Talvolta nel calcio possono capitare delle svolte incredibili e inaspettate, capaci di cambiare faccia ad un’intera stagione, quindi mi auguro che per il Bologna sia così. Tutti, nessuno escluso, meritano i più sentiti complimenti per la maturità e la forza con cui sono usciti da un momento delicato, con la speranza che adesso si riesca finalmente a trovare un po’ di continuità.

Le scelte tattiche più logiche – Il calcio non è uno sport semplice ma talvolta si tende a complicarsi oltremodo la vita, quando invece basterebbe mettere i calciatori nelle condizioni di poter rendere al meglio. Bologna-Lazio è stato un esempio lampante: Barrow si trova a suo agio nel ruolo di seconda punta, riesce a sfoderare meglio il suo tiro e non consuma tutte le energie facendo su e giù per la fascia; Hickey trae giovamento dalla maggior copertura garantita dalla difesa a tre e può spingersi in avanti con più coraggio; Medel, sia nei club che in Nazionale, ha giocato spesso da perno di una linea a tre, lì si esprime al massimo; Soumaoro e Theate sono più abituati a quel tipo di schieramento, come peraltro lo è Bonifazi; Dominguez e Svanberg, che a livello d’interdizione devono ancora crescere molto, sanno di avere un uomo in più alle loro spalle. E potrei continuare… Insomma, forse non sarà ancora la soluzione definitiva ma è bene che Sinisa tenga in serie considerazione questo assetto.

La compattezza in fase di non possesso – Varie volte ci è purtroppo capitato di osservare un Bologna scollegato tra i reparti: quello scoppiettante del primo Mihajlovic aggrediva in avanti ma accorciava male, nell’ultimo anno si è invece vista spesso una squadra spezzata in due. Ieri, una volta persa palla, i rossoblù aggredivano in maniera feroce già a partire dagli attaccanti, ricompattandosi ‘a fisarmonica’ durante le fasi di possesso palla laziale. Considerando i limiti ripetutamente palesati proprio in fase di non possesso, credo che questa sia un’altra annotazione tattica molto interessante e rilevante.

Le prove ottime e quelle scintillanti – Le lodi sui singoli si sprecano. Barrow ha fatto la sua miglior partita da quando è a Bologna: in altre circostanze aveva magari segnato due gol ma era stato meno costante e più impreciso nell’arco dei novanta minuti, mentre ieri ha offerto una prova impeccabile, da giocatore maturo e consapevole. Theate è stato la sorpresa di giornata: un difensore completo, con un gran piede, cattivo al punto giusto, leader nonostante la giovanissima età. Il suo impatto sulla Serie A è stato incredibile, per molti versi mi ricorda quello di un giapponese che ora gioca nell’Arsenal… E poi Hickey, che sulla sua corsia ha spadroneggiato, tenendo alla grande anche nei duelli fisici e confermando di saper usare benissimo anche il destro; Medel, una sorta di generale indomito capace di chiudere ogni varco e trascinare i compagni in ogni frangente; Soumaoro, la roccia che avevamo imparato a conoscere ed apprezzare nella scorsa stagione. Ma in generale non c’è stato alcun peggiore in campo, solo voti alti, persino Skorupski è sembrato più bravo di Reina coi piedi…

Pepè Anaclerio

© Riproduzione Riservata

Foto: Getty Images