Vignato, you're so golden!

Vignato, you’re so golden!

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Ogni volta che su un canale musicale mi imbatto nel videoclip della canzone Golden di Harry Styles, una delle più trasmesse negli ultimi mesi, penso al nostro Emanuel Vignato. C’è infatti una vaga somiglianza tra la popstar inglese e il fantasista italo-brasiliano, e il titolo del brano completa l’opera, creando un collegamento perfetto: senza voler scomodare i campioni del passato a cui è stato affibbiato questo pesante soprannome, vedi ad esempio Gianni Rivera e Michael Owen, mi piace pensare che il principale golden boy del Bologna sia proprio il classe 2000 nativo di Negrar.
Difficile staccarti di dosso l’etichetta del predestinato se debutti in Serie A ad appena 16 anni, peraltro dopo aver ricevuto la carezza affettuosa di un certo Francesco Totti (era il 20 maggio 2017, Chievo-Roma 3-5), eppure il buon Emanuel non si è mai montato la testa e ha sempre continuato a lavorare sodo, consapevole che il talento da solo non basta per fare carriera: ti può portare al top, certo, ma per rimanerci servono dedizione, sacrifici e una costante voglia di migliorarsi. E così, una dopo l’altra, sono arrivate altre grandi soddisfazioni, dalla prima presenza da titolare (proprio al Dall’Ara, l’8 aprile 2019) al primo gol nel massimo campionato (20 aprile 2019, aprendo le marcature in Lazio-Chievo 1-2), fino alla chiamata del club rossoblù.
Concluso il periodo in prestito nel ‘suo’ Chievo, società che lo aveva accolto ad appena 8 anni, Vignato si è presentato a Casteldebole con umiltà ed entusiasmo, consapevole di avere a che fare con una concorrenza importante ma desideroso di imparare, continuare a crescere e sfruttare ogni occasione che gli sarebbe capitata. Poche parole e molti fatti, una tenera timidezza davanti ai microfoni che però sul rettangolo verde scompare, il ragazzino ci sta riuscendo eccome: Mihajlovic, uno che ha fiuto e non ha mai avuto paura di lanciare giovani e giovanissimi, si è fidato quasi subito di lui, concedendogli sempre più spazio fino ad arrivare agli attuali 970 minuti accumulati (per un totale di 27 presenze) fra Serie A e Coppa Italia, coronati da 2 gol e 2 assist.
Gli infortuni che in vari momenti della stagione hanno falcidiato la rosa felsinea gli hanno aperto qualche varco, ma se oggi Vignato è già una freccia preziosa nell’arco del tecnico serbo lo deve soprattutto a se stesso. Quando parte palla al piede è uno spettacolo e dà sempre la sensazione di sapere esattamente cosa fare, che si tratti di una giocata semplice o complessa, di un tiro o di un assist, e la sua capacità di entrare all’istante in partita e leggere bene ogni situazione lo fa sembrare molto più maturo della sua età. Inoltre, nonostante un fisico ancora un po’ da irrobustire, esce spesso vincitore dai contrasti, merito di quella cattiveria agonistica che tanto piace a Sinisa.
Si potrebbe continuare parlando della sua duttilità, della sua abnegazione in fase difensiva e delle sue doti sui calci piazzati (converrebbe affidarle a lui le punizioni, quando è in campo), ma forse è meglio fermarsi qui e non alzare a dismisura il livello delle aspettative, perché la strada da percorrere è ancora tanta. Lasciamolo correre con la chioma al vento, proprio come Harry Styles nel video di Golden, verso un futuro dorato per sé, per il Bologna e magari anche per la Nazionale, augurandogli che un giorno non troppo lontano le cifre del numero 55 che porta sulle spalle possano fondersi in un magico 10 e certificare la sua consacrazione.

Simone Minghinelli

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