Rosso relativo

Rosso relativo

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Il tuo è un rosso relativo (Tiziano Ferro, ‘Rosso relativo’, 2001) – Il Bologna vede rosso. Precisamente, da quando c’è Sinisa Mihajlovic, lo vede spesso sventolare in faccia ai giocatori avversari. Solo quest’anno, in appena 7 gare di campionato, i rossoblù si sono trovati per ben 4 volte in superiorità numerica, complici le espulsioni di Dawidowicz (Hellas Verona), Dessena (Brescia), Mancini (Roma) e Lucas Leiva (Lazio), con quest’ultima che è stata pareggiata dieci minuti più tardi dal rosso comminato a Medel. E a questa lista manca sicuramente almeno un doppio giallo a Samir, che l’arbitro Giua ha misteriosamente graziato durante Udinese-Bologna, dopo aver sorvolato su un’altra situazione di gioco dubbia che aveva visto coinvolto il già ammonito Okaka.
Quello di Sinisa è dunque un Bologna sgusciante, sempre pericoloso ed evidentemente frustrante da affrontare per gli avversari. A sostegno di questa tesi vanno i numeri complessivi della gestione del serbo, che raccontano di 11 cartellini rossi estratti ai danni degli avversari dei felsinei in un totale di 24 partite disputate. Nello stesso frangente, i rossoblù da cartellino rosso sono stati 3, e per ben 2 volte la sanzione è arrivata oltre il triplice fischio: accadde a Dijks nella sfida di cinque mesi fa contro il Milan, durante la quale venne espulso anche Sansone, ed è capitato a Soriano due settimane fa.
Il predecessore di Mihajlovic aveva fatto peggio da tanti punti di vista, e anche in questa particolare graduatoria la sua squadra non era mai decollata. Il Bologna fire and desire di Pippo Inzaghi, infatti, aveva causato una sola doccia anticipata in 17 match: a saltare l’ultimo quarto d’ora della sfida d’andata contro il Milan era stato Bakayoko. Di contro, in 3 occasioni un rossoblù aveva dovuto lasciare i suoi compagni in dieci, e uno di quei cartellini (quello ricevuto da Mattiello contro il Frosinone) è ancora benedetto a gran voce dalla piazza.
I numeri racimolati da Sinisa fanno poi ancora più impressione se raffrontati con quelli di chi, sulla panchina del Bologna, si era seduto per più di cento volte. Per raggiungere quota 11 espulsi a favore servirono ben 90 partite a mister Donadoni, che al momento si piazza davanti al collega serbo avendo beneficiato di 12 rossi complessivi, ma nella bellezza di 104 gare di Serie A. L’effetto ottico generato dalle massime sanzioni comminate contro il suo Bologna, inoltre, è da film splatter: sono addirittura 21 i cartellini ricevuti con lui come allenatore.
In proporzione, erano numeri migliori quelli della prima guida tecnica avuta dal ritorno nel massimo campionato. Nella sua breve e infruttuosa avventura, conclusasi con 6 punti in classifica dopo 10 giornate, Delio Rossi vide infatti i suoi ragazzi rimanere undici contro dieci in due occasioni, rispettivamente durante la sua penultima e ultima partita al timone dei rossoblù. Se l’espulsione di Lollo contro il Carpi permise alla sua squadra di recuperare l’iniziale svantaggio e centrare uno dei due unici risultati positivi della sua gestione, la successiva sconfitta casalinga patita contro un Inter in dieci uomini fece definitivamente saltare la sua panchina.
Questa nota finale vuole significare una cosa già lampante ma che comunque è bene sottolineare: giocare con un uomo in più non porta sistematicamente ad un risultato positivo, e questi dati vanno presi più come uno spunto di riflessione che come una bocciatura a questo o quell’allenatore.

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