Nelle ultime 6 partite dirette dal signor La Penna prima di ieri, il Bologna aveva conquistato 3 vittorie e 3 pareggi, mentre la Fiorentina 4 sconfitte e 2 successi: questa fredda e apparentemente inutile statistica serve solo per spazzare il campo da vittimismi o complottismi di vario genere che non mi appartengono e non dovrebbero appartenere a tutti coloro che seguono il calcio, a meno che non si abbia a che fare con dei masochisti che amano un gioco in cui pensano di essere fregati in partenza.
Il Bologna e i suoi tifosi hanno pagato a caro prezzo il ‘Palazzo’ che ci ha voluto fregare ma eravamo in epoca Calciopoli, tutta un’altra storia: lasciamo stare.
Semmai vanno assolutamente condivise le dichiarazioni rilasciate a fine gara dall’amministratore delegato rossoblù Claudio Fenucci, che in sostanza ha sottolineato come tra arbitro e VAR non ci sia più un collegamento: la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra.
Ogni match è ormai pieno di interventi arbitrali, richiami o mancati richiami del VAR assolutamente casuali, in contraddizione non solo con decisioni prese in altre partite su situazioni simili, ma anche durante la stessa partita, cioè con stesso arbitro e stesso VAR: Napoli-Inter di sabato scorso ne è una prova, così come Lazio-Juventus di ieri sera. Praticamente tutte le gare sono un terno al lotto.
Alla nona stagione dall’introduzione di un supporto che avrebbe dovuto aiutare gli arbitri, non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione: ciò non scagiona il signor La Penna, autore di una prova indecente (ha sbagliato tutte quante le scelte decisive), ma se dalla sala VAR non l’hanno aiutato a decifrare tutto lo svolgimento di un’azione che ha poi portato ad un fallo di mano o ad un’espulsione, capite che non è un problema solo dell’arbitro di campo. Come detto nel post da Fenucci, il problema è la mancata collaborazione con la sala VAR, che applica un regolamento tutto suo e del tutto diverso, soggettivo, da partita a partita.
Poi però il tifoso dovrebbe anche essere obbiettivo e ritenere altrettanto responsabili due calciatori esperti come Ferguson e Bernardeschi, che dopo tutti questi anni di VAR vanno ancora a contrasto con le braccia aperte in area di rigore. E se per l’ex Toronto possiamo trovare la scusante del coprirsi il volto, per lo scozzese invece le attenuanti sono zero: ha commesso un errore grossolano rimettendo in partita una squadra morta e sepolta. Senza dimenticare la trattenuta di Holm su Fortini in zona mediana, assolutamente inutile ed evitabile.
Purtroppo tutte queste situazioni non ci hanno fatto godere di quanto prodotto dai rossoblù fino a quel momento e delle due reti meravigliose messe a segno: la prima di Castro, che con un grande gesto balistico ha fatto vedere di essere un calciatore capace di gol ‘mostruosi’; la seconda di Cambiaghi, a coronamento di un’azione che ha coinvolto altri quattro compagni, tutti bravissimi a sviluppare con precisione una giocata strepitosa.
Anche l’azione del gol annullato a Dallinga era stata confezionata molto bene: l’attaccante olandese, ormai abbonato ai gol annullati dal VAR anche per offside non suoi (ieri di Orsolini), dovrebbe andare dalla Sampira e farsi segnare: soccia che sfiga che c’ha addosso!
Comunque, per non farsi il sangue amaro, pensate che alla fine potevamo addirittura perderla e sarebbe stata una roba da manicomio. Per cui avanti pure, fino alla prossima porcheria arbitrale o della sala VAR, sperando che almeno sia a nostro favore: ormai bisogna ragionare così, come in una sorta di roulette russa.
Tosco – Canale 88
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Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images (via OneFootball)



