Le storie di calciomercato che non insegnano

Le storie di calciomercato che non insegnano

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Il calciomercato dovrebbe insegnare al tifoso bolognese che raramente le aspettative su certe ‘telenovele’ si concretizzano per come vengono profetizzate: ricordando quelle dell’era Saputo, per non andare troppo indietro, solo Tomiyasu ha mantenuto le promesse prima di un lungo infortunio, mentre gli altri casi hanno dell’incredibile. Procediamo in ordine cronologico (più o meno, la memoria è quel che è)…

Il primo anno di Serie A finisce con la tiritera Giaccherini, autore di un discreto campionato, che la società decide di non riscattare dal Sunderland: «Chi farà i gol di Giaccherini?». Carriera praticamente chiusa: qualche spezzone al Napoli, Chievo e oblio.

Sempre quell’estate scoppia anche il caso Diawara, colpevole di una fuga estiva e ceduto al Napoli per quella che poi si rivela una bella cifra. In sostanza smette di giocare e la sua carriera, ora che è fuori rosa alla Roma, sembra già compromessa a soli 25 anni: un grosso pacco rifilato ai partenopei.

Alla fine della stagione successiva parte il tormentone Verdi: «Chi farà i gol di Verdi?». Ceduto – bene – tra l’indignazione del tifoso medio, Simone delude le aspettative sia al Napoli che in seguito al Torino (giusto qualcosina quest’anno a Salerno): altro pacco tirato a De Laurentiis.

Arriviamo così a Pulgar. Nella tormentata stagione prima di Inzaghi e poi di Mihajlovic viene spesso criticato (più per i suoi atteggiamenti che per la qualità del gioco), ma è comunque autore di un’ottimo girone di ritorno in cui si rivela imprescindibile per la squadra: se ne va tra l’arrabbiatura generale ma si rivela un ulteriore pacco, stavolta rifilato alla Fiorentina (dopo cinque mesi in prestito al Galatasaray, oggi è al Flamengo).

Eccoci quindi a Lyanco, autore di una quindicina di partite di alto livello nella cavalcata salvezza di Sinisa. Parte una estate di ‘sclero’ per tentare di convincere Cairo a cederlo: tifosi che offrirebbero 10 milioni, anzi 20, meglio 30… Niente da fare, il ragazzo resta due anni a Torino e nel 2021 passa al Southampton, senza più trovare titolarità e stagioni importanti: pacco evitato? A scanso di equivoci, a me piacerebbe rivederlo qui.

La telenovela Supryaga ha poi dell’incredibile. Trattato per due sessioni di mercato, col presidente dello Dinamo Kiev che cede di un euro, il giovane attaccante sparisce dai radar e riappare infine alla Sampdoria, dove totalizza ben 28 minuti nello scorso girone di ritorno: probabilissimo pacco evitato.

Per concludere, Bani. Sì, avete letto bene, il buon Mattia Bani, autore di un onesto campionato condito da 4 gol nel 2019-2020. Alcuni tifosi bolognesi trovano il modo di arrabbiarsi anche per la vendita di questo calciatore (che peraltro frutta un incasso inaspettato, viste le modeste qualità), certamente serio e professionale ma nella media: «Chi farà gol di Bani?». Chiedetelo ai tifosi di Parma e Genoa: ennesimo pacco rifilato.

Fossi in Theate, Hickey e Svanberg (che tra l’altro quando arrivarono nessuno conosceva) una toccatina ai maroni me la darei, visti i precedenti dei loro colleghi. Purtroppo però alcuni tifosi del Bologna non imparano nulla dalla storia, e oggi come ieri rimpiangono già i partenti. Il sottoscritto invece attende, valuta e poi, semmai, si rammarica: in cinquant’anni sono pochissimi i casi in cui ho avuto dei rimpianti, e questo la dice lunga sulla qualità dei giocatori che mi è toccato vedere dentro mezzo secolo di calcio rossoblù.

Tosco – www.madeinbo.tv

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