Pressing organizzato

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«In Italia sono poche le squadre che propongono un pressing organizzato nell’ultimo terzo di campo, spesso lavorano più sul disturbo, sulla schermatura dei passaggi per complicare la manovra e recuperare semmai palla su azioni nate sbilenche, piuttosto di andare a strappare il possesso».

Questa riflessione, letta in un articolo sul sito L’Ultimo Uomo, merita un approfondimento: organizzare un pressing ultraoffensivo è una questione di mentalità, di coraggio, e quello o lo si ha oppure…

Quali sono le caratteristiche necessarie per andare a prendere alti gli avversari? Mentalità, organizzazione e attitudini psicofisiche.

Mentalità dicevo, in quanto la voglia di rubare palla e di essere aggressivi a tutto campo bisogna crearla con stimoli appropriati a chi ne è privo, e non farla perdere a chi invece ce l’ha nel proprio DNA ma che alcune contingenze o piani tattici di certi allenatori hanno inibito.

Ricordando che è impensabile portare il pressing ultraoffensivo per tutta la durata di una partita, bisogna ricorrere a scelte fatte in base a determinate situazioni per far partire un pressing feroce e molto alto, non allentando mai la pressione né scappando all’indietro nel caso venisse battuta la prima linea d’attacco, perché sarebbe un messaggio sbagliato rivolto ai calciatori: a volte il possesso viene recuperato dai compagni che rimangono alti e aggressivi e intercettano una traiettoria errata o imprecisa proprio per il lavoro svolto dai primi calciatori in pressione (non a caso Guardiola ha dichiarato che, su palla persa nella metà campo avversaria, chiede ai suoi calciatori di aggredire immediatamente per almeno cinque-sei passaggi prima di arretrare il baricentro).

Ed ecco che si arriva così all’organizzazione, cioè quella serie di dettami tattici utili per capire come e quando portare una pressione alta e coraggiosa.

In prima analisi c’è il lavoro di preparazione della partita, il cosiddetto ‘piano tattico’, cucito in base all’assetto e alle caratteristiche degli avversari: lavorare sui punti deboli, ad esempio, orientando una prima pressione sul lato forte della difesa obbligandola a scaricare il possesso al giocatore lasciato libero perché con piedi meno educati, il quale verrà successivamente attaccato dai restanti giocatori in pressione.

Oppure aspettando l’uscita palla al piede di un difensore senza andare ad attaccare l’eventuale scarico al portiere, avendo così il controllo di tutti gli appoggi avversari e obbligando l’estremo difensore al lancio lungo, spesso preda delle difese. O ancora attaccando alti, con tanti calciatori in avanti nel caso di un fallo laterale a favore degli avversari, ma nella loro ultima porzione di campo. Questi sono solo alcuni esempi, ma potrebbero seguirne tanti altri.

Poi bisogna prendere in considerazione le attitudini psicofisiche, per nulla secondarie, in quanto per attuare pressioni ultraoffensive ci vogliono calciatori rapidi di gambe ma anche di testa: basta che un solo interprete si attardi ad intuire ed anticipare la lettura del passaggio o del movimento di un avversario per far partire un effetto domino devastante, dove tutti i compagni si trovano poi a coprire posizioni intermedie o in ritardo, stante l’inferiorità numerica venutasi a creare appunto per la cattiva lettura interpretativa o ritardata di anche un solo componente della prima linea.

Fatte tutte queste considerazioni, ci si può anche chiedere perché un allenatore dovrebbe scegliere un atteggiamento così rischioso: perché se vuoi essere tu a controllare l’inerzia della partita, se vuoi essere tu a sorprendere l’avversario, se vuoi essere tu a minare le certezze dei calciatori che hai di fronte, questo è uno dei modi migliori. Altrimenti si può sempre giocare (come peraltro fanno tanti) un calcio più attendista, forse più equilibrato, certamente meno intrigante.

A proposito, sempre L’Ultimo Uomo ieri ha pubblicato un articolo contenente alcune interessanti statistiche: indovinate qual è la squadra che pressa di più in Serie A?

Classifica indice PPDA dopo la 7^ giornata di Serie A (L’Ultimo Uomo 2019)

Tosco – Radio1909

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