Pronti? Via! (2^ parte)

Pronti? Via! (2^ parte)

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Dopo aver dato uno sguardo, seppur rapido, alle squadre che a mio avviso occuperanno la parte sinistra della classifica, andando avanti troviamo un gruppo di formazioni che potranno vivere a ridosso delle zone nobili solo se faranno un campionato con pochi alti e bassi, cercando di sfruttare eventuali passi falsi di alcuni progetti tecnici che possono andare in difficoltà per eccesso di ambizioni svanite in fretta (ad esempio il Torino dell’ultimo campionato, dopo l’eliminazione nei preliminari di Europa League), per allenatori scelti con poca convinzione (come la Fiorentina quando ha confermato Montella), o per gruppi che faticano a trovare le stesse motivazioni anno dopo anno (vedi Sassuolo, che spesso alterna stagioni buone ad altre un po’ al di sotto delle aspettative).

In quel gruppo di squadre c’è anche il nostro Bologna, sul quale mi soffermerò più avanti.

Partiamo dal Cagliari, che cambiando mister dovrà ripartire quasi da zero dopo l’esonero di Maran e la mancata conferma di Zenga: insomma, molte idee ma confuse. Con una base discreta di calciatori presenti e una guida tecnica di sistema potrebbe essere l’anno della svolta, oppure si dovrà rimandare ancora tutto e cambiare nuovamente. In Sardegna stanno ripetendo il mercato dello scorso anno, con l’ingaggio di un ultratrentenne milionario da strapagare (Godin) e di un ragazzo in prestito da valorizzare per altri (Sottil), insieme ad una rosa di giocatori già affermati. Bella sfida per il neo allenatore Di Francesco, che però non potrà accampare eventuali scusanti sulla crescita di una squadra giovane, perché di giovani che giocheranno in pianta stabile nel Cagliari ne vedo pochi (forse solo il difensore centrale Carboni, classe 2001).

Veniamo alla Sampdoria, che potrebbe trovare giovamento dalla continuità del lavoro di Ranieri, un mister nel caso specifico non di sistema, ma che trova sempre il modo di far rendere le sue squadre. La scorsa stagione così sofferta non deve trarre in inganno, perché la rosa dei blucerchiati era migliore della classifica che ha prodotto, quindi credo che potranno fare un campionato attorno al decimo-dodicesimo posto, proprio per la compattezza che riuscirà a dare l’allenatore campione d’Inghilterra solo qualche anno fa (giova sempre ricordarlo). Ranieri potrà contare su alcuni giocatori quest’anno deludenti per svariati motivi ma di buona levatura, mi riferisco a Colley, Jankto, Vieira e Ramirez, e con particolare riferimento all’attacco non sono niente male i vari Quagliarella, Gabbiadini, Bonazzoli e il giovane danese Damsgaard, che potrebbe rivelarsi un acquisto importante.

Poi c’è l’Udinese, che come la Sampdoria dovrebbe trovare giovamento dalla continuità del lavoro di un allenatore molto pragmatico come Gotti per il secondo anno consecutivo. La rosa a disposizione, se non verrà indebolita negli ultimi giorni di mercato, è di discreto livello, con pochi margini di crescita ma con calciatori di sicuro valore come De Paul, Mandragora (adesso infortunato), Lasagna e il portiere nazionale argentino Musso, che dei punti ne porta eccome. Certo che la perdita di Sema, uno dei quinti più performanti della scorsa stagione, potrà pesare, ma i Pozzo ci hanno abituato ad estrarre dal cilindro sempre qualche giocatore pressoché sconosciuto che poi si rivela affidabile, vedi i vari Widmer e Stryger Larsen.

Queste tre squadre non ritengo siano per nulla superiori al Bologna, ma per staccarle o comunque tenerle dietro i ragazzi di Sinisa dovranno tenere il passo giusto, perché le rose non sono così differenti.

Veniamo ora alle compagini che per il momento mi convincono poco. E partiamo dal Verona, vera rivelazione dello scorso campionato, che al netto della perdita di alcune pedine fondamentali (in quel contesto) non mi convince proprio a livello progettuale: una o due stagioni importanti possono capitare (ho usato a proposito questo termine), ma la struttura societaria e gli azzardi sul mercato non mi convincono. Punto di vista naturalmente opinabile.

Il Genoa sta attuando una vera e propria rivoluzione affidata a Maran, allenatore perfetto per rose tipo il Chievo di qualche anno fa, formate cioè da calciatori in prevalenza esperti e che devono solo essere messi nelle condizioni migliori per portare a casa la pagnotta: sembra proprio la strada intrapresa dal nuovo d.s. Faggiano. Non mi convince, potrà fare un campionato tranquillo ma non ci vedo niente né di progettuale né di interessante a livello tecnico-tattico.

Infine il Parma, che ha deciso di puntare su un mister diametralmente opposto al precedente: Liverani è in completa antitesi con D’Aversa, e la rosa a me pare di una pochezza unica (come peraltro lo era l’anno scorso). Saprà l’ex regista quantomeno eguagliare il suo predecessore a livello di risultati? Lo spero per lui, perché qualche idea di calcio ben giocato l’ha messa in mostra ma credo che farà una bella fatica. E D’Aversa ancora libero sembra quasi aspettare il suo esonero per poi tornare a Collecchio da ‘figliol prodigo’.

Lascerei da parte le neopromosse Benevento, Crotone e Spezia, già ampiamente analizzate in un mio precedente articolo e che si stanno muovendo sul mercato come possono: o realizzeranno veri e propri miracoli sportivi, tipo l’Hellas dello scorso campionato, o retrocederanno tutte e tre.

E il Bologna? La società rossoblù sembra l’unica, insieme al Sassuolo, ad aver intrapreso un percorso di un certo tipo, e non si lascia troppo distrarre dalle contingenze del momento o dalle critiche – anche comprensibili – di una parte dell’opinione pubblica: acquisto quasi esclusivo di calciatori giovani sui quali procurarsi future plusvalenze da reinvestire sempre e solo sulla società (c’è chi invece li accantona per altri scopi, e lo sappiamo), con in più qualche innesto mirato di elementi più esperti per coprire eventuali carenze nella rosa. Infatti le tre operazioni in entrata effettuate finora ricalcano quanto descritto: un prospetto molto giovane da far crescere (lo scozzese Hickey), un calciatore esperto arrivato a parametro zero (De Silvestri), più un altro talentino proveniente dalla cadetteria e dotato di classe cristallina da dimostrare nell’élite della Serie A (Vignato).

Fino ad oggi non possiamo certamente affermare che il Bologna si sia indebolito: sulla fascia mancina è uscita una riserva affidabile com’era Krejci ed è entrato al suo posto un promettente classe 2002, sulla corsia opposta è stato acquistato un titolare permettendo a Tomiyasu di spostarsi al centro della difesa come da progetto iniziale, e in attacco è entrato un ragazzo del 2000 che potrà aggiungere nuove soluzioni offensive a quelle già evidenziate nella scorsa stagione.

Certamente molti tifosi sperano ancora in un colpo per la difesa e uno per l’attacco, come da richieste del mister (dicono…), ma il mercato sembra molto complicato ed è utile ricordare che negli ultimi mercati la società ha compiuto notevoli sforzi economici: Soriano, Sansone, Orsolini, Schouten, Tomiyasu, Skov Olsen, Svanberg, Dijks, Bani, Denswil, Medel, Dominguez, Barrow, Santander, tutti ipotetici titolari, tutti di proprietà e tanti di questi con ampi margini di miglioramento.

È da questi margini di miglioramento che trarrà eventuale linfa vitale il campionato dei rossoblù: se la maggior parte dei giovani avrà una crescita importante, probabilmente anche la squadra potrà ambire ad un centro-classifica non così banale come alcuni sostengono, nel caso opposto (cioè una crescita solo parziale di alcuni giovani se non addirittura un’involuzione tecnica di altri) il Bologna potrebbe incappare in una stagione mediocre, e in quel caso andrebbero messe in discussione certe scelte non solo progettuali ma anche riguardanti la direzione tecnica.

In tutti i casi, comunque, per l’Europa League manca ancora parecchio, anche solo per ipotizzare una parvenza di rincorsa: il gap con le prime sette appare incolmabile anche in caso di completa esplosione di tutti i nostri virgulti. Per fare quei 64-65 punti che occorrono, più o meno, per pensare ad un piazzamento europeo, c’è bisogno di tanto, forse troppo per una proprietà che ha deciso, a mio avviso giustamente (ripeto per chi legge distrattamente: giustamente) di percorrere altre strade.

Tosco

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