Spal-Bologna 1-3: il Tosco l'ha vista così...

Spal-Bologna 1-3: il Tosco l’ha vista così…

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A volte si può lavorare all’interno di un sistema al fine di modificare alcune peculiarità dello stesso senza stravolgerne la funzionalità, e Mihajlovic per il match di Ferrara ha deciso di arretrare in alcune situazioni Schouten sulla linea dei difensori centrali, così da compattare maggiormente la zona centrale dell’area pur mantenendo le caratteristiche del 4-2-3-1.

Il giovane olandese, autore di una prestazione importante, ha così aiutato la fase difensiva sia nel gioco aereo che nel contrasto a terra, trovando poi nel palleggio basso quelle linee di gioco pratiche e funzionali per fare partire l’azione del Bologna, tanto da risultare certamente uno tra i più positivi in campo (se non il migliore).

Schouten sta trovando quella rapidità di movimento negli spazi brevi che era forse la sua lacuna principale: tale aspetto è di fondamentale importanza per chi occupa quella posizione di campo, mentre la rapidità di pensiero si era già intravista, ma quella te la regala Madre Natura.

Il piano tattico stavolta ha funzionato alla perfezione: nella ripresa, con lo spostamento al centro dell’attacco di Palacio e l’inserimento di Barrow, i rossoblù hanno sfruttato il lavoro ai fianchi svolto in precedenza da un sempre encomiabile Santander. La stessa mossa, peraltro, era stata preventivata domenica scorsa contro il Verona, ma l’espulsione di Bani ne aveva poi sconsigliato l’attuazione.

Ecco come i ragazzi di Sinisa sono venuti a capo di una gara assai ostica, per la tanta energia messa sul terreno di gioco dagli estensi.

La partita è stata ‘sporca’, se si pensa che il Bologna ha palleggiato con solo il 72% di precisione dei passaggi, un dato molto al di sotto del suo standard abituale (oltre l’82%), e ha tenuto meno palla degli avversari (44%, anche in questo caso sotto l’abituale media del 52%), concedendo in certi frangenti anche il dominio della manovra ma non quello tattico, che invece è sempre stato comandato da Mihajlovic e dal suo staff, che hanno deciso cosa fare e quando farlo.

Alla lunga sono emerse non solo le superiori doti tecniche dei felsinei, ma anche l’organizzazione di gioco e la caparbietà di un gruppo che riesce a sopperire ad una serie di infortuni e contrattempi che sembrano non finire mai.

L’espressione più bella di tutto ciò è stata la prestazione di Paz.

L’argentino, bollato come un brocco, è stato invece capace di turarsi le orecchie per non ascoltare gli sberleffi e le prese in giro, sfoderando una prestazione onesta, utile, senza tanti fronzoli, duellando spesso con un centravanti forte come Petagna, unico elemento di caratura superiore della Spal, rendendosi anche pericoloso in attacco sui calci piazzati.

Paz è la prova evidente che, con la tenacia e la serietà da vero professionista, quando si è chiamati in causa si risponde presente e si torna poi serenamente in panchina, aspettando la chiamata successiva.

Le squadre sono formate da calciatori più importanti e da comprimari, e questi ultimi servono non solo all’occorrenza in partita ma anche e soprattutto per tenere alto il livello della competizione in allenamento e nelle gerarchie, che sono fondamentali ma non devono mai apparire scontate.

Così si costruiscono le squadre, così è il Bologna. E i tre punti di ieri sono tre punti anche di Neuhén Paz.

Tosco

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