Un centimetro

Un centimetro

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Di questi tempi parlare di calcio giocato è praticamente impossibile, allora possiamo affrontare un argomento sempre spinoso come il VAR, e più nella fattispecie la normativa riguardante il fuorigioco.

Una decina di giorni or sono, prima che gli scoppiasse tra le mani la problematica odierna, il presidente della UEFA Aleksander Ceferin aveva avanzato una proposta a mio avviso sconcertante: facciamo le linee più ampie (sugli schermi, sottinteso) per verificare il fuorigioco, perché per un centimetro non si possono decidere delle partite, soprattutto quando così importanti.

Detto che tutte le partite dovrebbero essere importanti agli occhi di chi presiede un organismo internazionale, seguendo il ragionamento di Ceferin ogni disciplina dove un centimetro o un centesimo di secondo fanno la differenza sarebbe da variare. Mi riferisco ad esempio all’atletica, la regina degli sport: per un centimetro in più vinci o perdi nel salto in lungo, nel salto in alto, nel salto con l’asta, nel salto triplo, nel lancio del peso, del martello, del giavellotto o del disco, e sicuramente ne dimentico tanti altri.

Per un centimetro si decidono partite di tennis e di volley, e potrei andare avanti, così come per un centesimo di secondo (che è l’identico parametro negli sport di velocità) si vincono o perdono gare di moto, auto, sci, nuoto e via discorrendo.

Qualcuno dovrebbe spiegare al capo della UEFA che nello sport esiste anche la casualità, l’episodio, l’alea, e che non si può controllare sempre tutto, a meno che il centimetro non sia il pretesto per effettuare poi altre correzioni e tornare indietro. Ma questo è un retropensiero che non voglio nemmeno prendere in considerazione.

Se c’è un provvedimento che non viene quasi mai contestato dai protagonisti in campo è proprio quello relativo all’offside dopo il controllo VAR: i calciatori, seppur dispiaciuti, si adeguano, cosa che raramente fanno per altre decisioni.

A mio avviso sarebbe quindi opportuno lasciare le cose come stanno, concentrandosi semmai sul fallo di mano difensivo in area di rigore, una casistica che invece lascia spazio a dubbi, perplessità e proteste senza fine.

Tosco

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