Un'altra lezione agli ignoranti del calcio

Un’altra lezione agli ignoranti del calcio

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Cosa ci dice la vittoria della Atalanta in casa del Liverpool?

Un sacco di cose che naturalmente verranno disconosciute, perché l’ignoranza nel mondo del calcio travalica la logica e il buonsenso, e soprattutto è autoreferenziale: praticamente tutti sparano cazzate a raffica, compresi gli ‘addetti ai lavori’, che quindi non possono riconoscersi nella logica delle analisi serie.

Andiamo con ordine, partiamo dal mondo Atalanta: domenica scorsa dopo la sconfitta di Cagliari in tanti, soprattutto i ‘social-tifosi’ bergamaschi, chiedevano la testa del d.s. D’Amico, invocavano il ritorno di Sartori, accusavano Percassi di pensare solo alle plusvalenze e, udite udite, persino Gasperini di essere bollito. Novantasei ore dopo tutto magicamente ribaltato! Entusiasmo totale e il mondo atalantino di nuovo alle stelle per questo nuovo miracolo: in realtà è solo la prosecuzione di un lavoro che non è mai finito, nonostante il k.o. dell’Unipol Domus.

La magia o peggio la follia del calcio, che di queste situazioni ne propone in sequenza, è che purtroppo non riesce mai ad insegnare ai soliti che i giudizi dati di pancia alla fine delle partite (perse o vinte) non sono mai e poi mai quelli giusti.

Altra lezione del roboante successo della Dea a Liverpool riguarda la stucchevole polemica che vedrebbe il calcio italiano lontano anni luce da quello inglese. I primi a non crederci sono proprio gli allenatori che poi le squadre italiane devono affrontarle: nei giorni precedenti Klopp si era sgolato a ricordare che le squadre italiane sono un concentrato di tattica, tecnica, organizzazione e fisicità secondo a nessuno.

Ci aveva visto lungo il tecnico tedesco: d’altronde quando si arriva ad allenare a certi livelli, oltre alle capacità riconosciute, serve l’intelligenza nel rispettare non solo la forza del presente di una squadra, ma anche il contesto in cui questa si confronta. E l’Atalanta da sei-sette anni è al top di un campionato come la Serie A, che all’estero viene maggiormente rispettato di quanto non lo si faccia in Italia.

Ma il dibattito da noi non cambierà: una partita persa è sempre la fine del mondo, la partita successiva se vinta ribalta tutto. Un saliscendi stucchevole, folle ma soprattutto ignorante.

Il monologo di Thiago Motta ieri in conferenza stampa è apparso quanto mai opportuno: criticare il Bologna perché non ha vinto a Frosinone è delirante, l’ha detto lui!

Ma anche criticare Gasperini e l’Atalanta per aver perso a Cagliari è una roba delirante, lo dico io!

Tosco – Canale 88

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Foto: Getty Images (via OneFootball)