Rassegna stampa 20/11/2022

Ad Arnautovic servono i tifosi al Dall’Ara e viceversa: Marko può esaltarsi, i bolognesi cercano un idolo che manca da qualche anno

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Quanto ha inciso nell’ultimo anno l’assenza del pubblico sulle prestazioni dei calciatori più umorali? Quelli che dal boato degli spettatori ricevono una spinta in più, ma anche quelli che traggono adrenalina dai fischi e dalle critiche. È un interrogativo probabilmente destinato a non avere mai risposta: anche se nel prossimo campionato i tifosi dovessero ripopolare gli stadi e tali giocatori dovessero rendersi protagonisti di una stagione migliore rispetto a quella passata, non ci sarebbe mai la certezza matematica che fra questi due fattori ci sia effettivamente un nesso di causalità.
Nel dubbio, chi ha in rosa elementi che col boato del tifo tendono a esaltarsi (o si sta muovendo sul mercato alla ricerca di profili del genere, come nel caso del flirt fra il Bologna e Arnautovic) si augura con ancora più vigore che nel corso dell’annata si verifichino le condizioni per il ritorno di quante più persone possibili allo stadio. Solo durante le recenti partite disputate agli Europei con la sua Austria, Arnautovic ha dimostrato di essere tutt’altro che insensibile agli stimoli del pubblico, anzi di trovare nella gente un’avversaria in più da sfidare, da provocare, da battere.
Quando due settimane fa il d.s. Bigon ha definito l’ex Inter un calciatore il cui curriculum parla da sé, qualcuno potrebbe aver malignamente pensato che proprio la fama da piantagrane non rappresenta esattamente il miglior biglietto da visita possibile. Tali perplessità sono state spazzate via pochi giorni più tardi dal d.t. Sabatini, che ha invece confermato come ci sia un concreto interesse nei confronti dell’austriaco anche – se non soprattutto – per il suo carattere, perfetto per aggiungere un po’ di pepe ad uno spogliatoio fin troppo pieno di bravi ragazzi.
Arnautovic potrebbe quindi rappresentare il profilo perfetto per caricarsi gli umori del Dall’Ara sulle spalle e farne benzina per il proprio gioco, magari trascinando col suo innato carisma anche i compagni più giovani e meno fumantini. Allo stesso tempo, la classe, la tecnica e la (pre)potenza di Marko potrebbero generare una nuova idolatria in una piazza che dopo Mattia Destro (come dimenticare la folla in stazione…) non ha più perso veramente la testa per nessun giocatore, e non vede l’ora di innamorarsi un’altra volta. Perché no, anche di un bad boy.

Fabio Cassanelli

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