Ben venga Supryaga, ma solo alle condizioni del Bologna. Altrimenti avanti con Santander

Ben venga Supryaga, ma solo alle condizioni del Bologna. Altrimenti avanti con Santander

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A lungo si è chiesto al presidente di turno di portare a Bologna giovani di belle speranze, un refrain che ha tenuto spesso banco negli anni precedenti allo sbarco sotto le Due Torri di Joey Saputo, quando in maglia rossoblù arrivavano prevalentemente giocatori attempati e con ormai poco da offrire, mentre i ragazzi davvero di talento (i Gabbiadini e non i Riverola, per intenderci) venivano prelevati solo in prestito e valorizzati per altri club. I tempi sono un po’ cambiati e, visto anche il livello non eccelso della nostra Serie A, tante carriere si stanno allungando (facile citare i big come Ibrahimovic, Palacio e pure Pandev, ancora capaci di fare la differenza, ma scendendo di livello se ne trovano altri), tuttavia la possibilità di acquisire un virgulto dal grande potenziale rappresenta la volontà di costruire qualcosa che vada oltre il qui e ora.
Eccoci quindi a parlare del principale oggetto del desiderio rossoblù, Vladyslav Supryaga, appena ventenne. Difficile e forse pure sciocco mettere in discussione le qualità dell’attaccante nato a Odessa il 15 febbraio 2000, ma altrettanto complesso è capire se realmente il futuro gli appartiene. Per farla breve, come peraltro ribadito di recente anche dai dirigenti felsinei: se lo si potrà prelevare alle condizioni del Bologna bene, se invece l’unica strada è farsi ‘prendere per il collo’ dalla Dinamo Kiev e dal suo patron Igor Surkis (che continua a pretendere 15 milioni di euro) meglio lasciar perdere. Queste sono operazioni (per non dire scommesse) che solo i top club si possono permettere di effettuare ed eventualmente sbagliare, a maggior ragione in un momento difficile come quello attuale. La percentuale di rischio, dinnanzi ad una cifra così elevata, è notevole: piccolo campione o buco nell’acqua?
Una cifra del genere, più o meno dilazionata nel tempo, sarebbe meglio spenderla per un profilo dai 23-25 anni in su e doti già comprovate, meglio se in Italia. Del resto, salvo clamorosi exploit, quello appena partito sarà un campionato che non vedrà gli uomini di Sinisa Mihajlovic andare oltre la fascia ottavo-dodicesimo posto, dunque mettere sul piatto addirittura 15 milioni per un centravanti ucraino che si è appena affacciato nel calcio che conta potrebbe rivelarsi un discreto spreco di denaro. Per arrivare nella parte sinistra della classifica può bastare anche il ‘Ropero’ Santander, tutt’altro che un bidone. E allora ben vengano i talentini scovati in giro per il mondo, purché a cifre consone, com’è avvenuto di recente per lo scozzese Aaron Hickey. Il loro valore di mercato deve lievitare, sì, ma solo una volta giunti a Casteldebole.

Mario Sacchi

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