Se quattro anni fa ci avessero detto che due campioni d’Europa di quella sorprendente nazionale manciniana sarebbero arrivati a giocare nel BFC, forse non ci avremmo creduto. Certo, quattro anni sono un tempo incredibilmente lungo nel calcio, ma per una volta soffermiamoci su un altro aspetto: il Bologna ha cambiato così in fretta status e appeal da potersi permettere di ingaggiare due campioni che anelano ancora l’azzurro dopo trattative piuttosto rapide (non c’è ancora l’ufficialità, vero, ma il più è fatto), dettando le proprie condizioni e senza doversi nemmeno preoccupare di utilizzarli immediatamente, giacché nei ruoli di Immobile e Bernardeschi i titolari ci sono già.
Il problema, semmai, si presenta ancora alla voce cessioni: dopo due anni ad altissimi livelli in Serie A, una vittoria in Coppa Italia, una stagione in Champions e un’altra imminente in Europa League, il Bologna non è ancora in grado di imporre il prezzo giusto per i propri gioielli. Beukema con ogni probabilità partirà per una cifra più vicina a quella offerta dal Napoli (28 milioni) che non a quella richiesta dai felsinei (35). Per Lucumí si andrà probabilmente a far decadere l’opzione sulla clausola a 28 milioni, aprendo così scenari di trattativa a cifre assai più contenute. Idem per Ndoye, che non saluterà di certo per i 50 milioni vagheggiati qualche settimana fa. E così anche Sartori ha dovuto ammettere che il costo dei sostituti nel loro complesso potrebbe rivelarsi più alto di quanto si riuscirà a incassare con le uscite di due-tre elementi di pregio.
Bene dunque ha fatto il club a mettersi al sicuro con due pedine che assicurano esperienza, qualità e gol, molto più di ciò che prometteva ad esempio il timidissimo Dallinga quando arrivò qui la scorsa estate, facendo subito capire sin dalle prime amichevoli che il suo contributo sarebbe stato poco più che omeopatico. Immobile avrà il compito di rintuzzare Castro, insegnandogli magari ad essere un po’ più concreto sottoporta (per Santiago sarà l’anno della consacrazione); Bernardeschi, più solista e meno gregario, potrà dire la sua in più ruoli, svariando sia sull’ala che nella zona centrale della trequarti, da 10 puro.
Il loro arrivo va comunque salutato con grande entusiasmo: che due calciatori così abbiano rinunciato a parecchie centinaia di migliaia di euro per venire qui è l’ulteriore dimostrazione delle possibilità che Bologna offre a chi le si avvicina. Parliamo pur sempre della piazza che in epoca recente ha riportato in nazionale Baggio, Gilardino, Giaccherini (tutti e tre durati appena una stagione) e per un soffio Di Vaio, se Lippi fosse stato più sensibile ai 24 gol segnati da Marco in un solo campionato.
Luca Baccolini
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Foto: Claudio Villa/Getty Images (via OneFootball)