Fu la partita più mattiniera nella storia del Bologna: il quinto episodio dello spareggio-fiume tra Bologna e Genoa, decisivo per eleggere la squadra campione della Lega Nord che avrebbe poi sfidato l’omologa meridionale per il titolo nazionale del 1925, venne fissato alle 7 del mattino del 9 agosto 1925 sul campo della Forza e Coraggio, all’estrema periferia di Milano, fuori Porta Ticinese. Una precauzione estrema, per scongiurare ulteriori scontri tra due tifoserie che a Torino avevano rischiato di darsele di santa ragione (e infatti per poco non ci scappò il morto, col famoso episodio della sparatoria alla stazione di Porta Nuova).
L’arbitro venne individuato nel signor Achille Gama, ex calciatore e futuro allenatore del BFC, da tutti considerato il migliore della Federazione. Questi dettagli, in realtà, non vennero resi noti fin da subito. Per evitare qualsiasi tipo di assembramento indesiderato, l’orario e il campo della sfida furono rivelati solo ai rispettivi presidenti e ai due allenatori, mentre i calciatori furono semplicemente convocati a Milano alla vigilia e fu detto loro di attendere i taxi per l’indomani. E tanto bastò.
Per il tecnico rossoblù Hermann Felsner, abituato ad analizzare ogni dettaglio prima delle partite, dovette essere una tortura atroce rimanere con le mani legate. E infatti non resistette alla tentazione di guadagnare qualche minimo vantaggio sull’avversario. La leggenda narra che il mister austriaco si fosse assicurato l’uso degli spogliatoi più grandi e più comodi dell’impianto ‘corrompendo’ il guardiano del campo, al quale avrebbe persino fornito i propri palloni da gioco. Dettagli pittoreschi di una sfida già abbastanza ammantata di leggende, polemiche e illazioni.
A Genova la Fondazione Genoa prosegue nella sua discutibile battaglia ‘storica’ per sostenere l’illegittimità del primo scudetto bolognese, aggrappandosi alle presunte ingerenze del gerarca Leandro Arpinati, che però all’epoca degli spareggi si era inimicato le frange più intransigenti del fascismo felsineo, legate soprattutto alle province e agli ambienti sindacali, ed era ancora ben lontano dal rango di plenipotenziario sportivo che si sarebbe guadagnato negli anni successivi.
Resta dunque la Storia, incancellabile, del primo trionfo, maturato poi a tutti gli effetti il 23 agosto battendo l’Alba Roma (stesso giorno del debutto in campionato del Bologna di Italiano, proprio nella Capitale, incredibile coincidenza). E resta quella vittoria per 2-0 sul Genoa di cent’anni fa, narrata da molti ma vista da un solo testimone oculare, il tifoso Otello Montanari, intrufolatosi non si sa come nel presidiatissimo e segretissimo campo milanese.
A cura di Luca Baccolini
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Foto: bolognafc.it