Destro e le storture del calcio odierno

Destro e le storture del calcio odierno

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A 24 anni, dopo cinque campionati di Serie A, Mattia Destro aveva segnato 41 gol in 118 partite (6.765 minuti giocati in quattro squadre diverse). Nel quinquennio successivo, interamente vissuto a Bologna, il suo ritmo è sceso a 29 gol in 105 partite (6.897 minuti giocati). Confrontando le due metà della sua carriera, ormai giunta alla fase della maturità avanzata, si può dire che Destro sia sensibilmente calato nelle prestazioni, passando da un gol segnato ogni 165 minuti (quinquennio pre-Bologna) a uno ogni 237 (quinquennio Bologna). A cambiare sensibilmente, ma in direzione opposta, è stato invece il suo stipendio, passato dagli 1,5 milioni del 2012 (Roma) ai quasi 2 milioni netti di oggi. Il buon Mattia, insomma, incarna involontariamente una delle storture del calcio odierno, che paga come campioni quelli che devono ancora diventare tali, senza lasciare alle società nessuna scappatoia per tutelarsi nel caso in cui le prestazioni scendano vertiginosamente per i più disparati motivi.
I contratti ‘alla Destro’ (ma si potrebbero citare tantissimi casi analoghi, recenti e meno recenti) sono anche uno dei principali motivi del tramonto anticipato di molte carriere. Quando diventa impossibile trasferire un calciatore a causa del suo ingaggio, la società e lui stesso diventano reciproci ostaggi di un matrimonio che prosegue stancamente nella speranza che si riaccenda l’antica fiamma. Ma sappiamo che questa possibilità resta quasi sempre un’illusione. Solo cambiando ambiente dopo la seconda o terza stagione bolognese, il centravanti di Ascoli avrebbe potuto regalarsi la concreta possibilità di rimettersi in gioco. Farlo adesso, alle porte dei trent’anni, rischia di essere un salto tardivo. Ma ovviamente gli auguriamo che non lo sia.
Quel che è certo, invece, è che con il cartellino costato 10 milioni di euro e con quattro anni e mezzo di ingaggio, Joey Saputo ha sborsato una cifra vicina ai 28 milioni, a cui si devono sommare tutti i nuovi attaccanti inseriti in corso d’opera e che hanno ruotato attorno al pianeta-Destro nel tentativo di rintuzzare la concorrenza interna. Purtroppo, dopo cinque stagioni, è troppo tardi per districare i fili delle responsabilità individuali.

Luca Baccolini

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Foto: Damiano Fiorentini