Per Bologna-Lecce tornano a disposizione El Azzouzi e Ndoye, fuori lo squalificato Aebischer e il lungodegente Soumaoro

È un Bologna autoritario, quarto posto tutt’altro che casuale. E Motta sa che qui può crescere tanto e bene

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O tutto o niente. Così avevo detto prima di Bologna-Roma, perché un quarto posto in classifica diventa difficile anche solo pensarlo, figuriamoci arrivarci e poi mantenerlo. Thiago ha optato per la scelta più audace: tutto, e tutto è stato. Altri tre puntoni che issano i rossoblù in altissima classifica e che regalano tante, tantissime emozioni ad una piazza a secco da troppi anni di un calcio così predominante e autoritario, e che ora può godersi una sbornia totale.
Ieri sera i giallorossi non ci hanno capito niente e sono stati in balia dei padroni di casa dal primo all’ultimo minuto, impensierendo Ravaglia solo in un paio di occasioni. Ravaglia che si è preso il posto da titolare a spese di Skorupski per puri meriti: non si faccia dietrologia, non c’è stato nessuno screzio tra Motta e il portiere polacco, semplicemente il mister ha la faccia tosta di mettere in campo chi se lo merita senza nessuna gerarchia (chiedere ad Arnautovic), e il ragazzone bolognese l’ha ripagato con un’altra ottima prova dopo quella in Coppa Italia contro il Verona.
L’allievo che batte il maestro, il maestro che usa parole dolcissime a fine partita nei confronti del suo ex metronomo nell’anno del Triplete interista: «Thiago è e sarà sempre il mio bambino», ha detto Mourinho a fine gara, definendo poi «fantastica» e «invidiabile» la rosa felsinea, composta da «gente che sa giocare bene a calcio e interpreta alla perfezione i dettami di Motta».
Con questo ruolino di marcia è normale che i riflettori dell’Italia pallonara siano puntati, oltre che sulla squadra, proprio sull’allenatore, accostato a svariati top club. Ma non fatevi trarre in inganno: Thiago è persona seria e intelligente, sa benissimo che prima di pensare in grandissimo deve farsi ancora le ossa e che sotto le Due Torri questo è possibile grazie anche e soprattutto ad una società che intende fare il massimo per accontentarlo e proseguire nel percorso di crescita.
È quarto posto, è zona Champions, e non c’è assolutamente nulla di casuale. Anzi, la sensazione è che per vedere il Bologna uscire dalle posizioni europee dovrebbe verificarsi un crollo clamoroso ad oggi non pronosticabile. Sarà una stagione da ricordare, non senza qualche comprensibile battuta d’arresto ma coi rossoblù che lotteranno fino all’ultima giornata per qualcosa di importante.

Mario Sacchi

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Foto: Getty Images (via OneFootball)