27/10/2025
Luca Baccolini
OneFootball, Palla al centro

Gridare al furto o fare i conti con le proprie ingenuità: due modi opposti per affrontare un pareggio amarissimo

Tempo di Lettura: 2 minuti

Ci sono due modi opposti per vivere il dopo Fiorentina: uno è gridare al furto, l’altro è piangere sulle proprie ingenuità. Tra le infinite sfumature che corrono lì in mezzo, noi preferiamo l’atteggiamento razionale e composto di Claudio Fenucci, che senza pietose geremiadi si è offerto alle telecamere per dare una mano al calcio italiano. Perché chi ne esce veramente danneggiato, in questa vicenda, oltre al Bologna, è proprio lo il prodotto-calcio, l’ultimo residuato di XIX secolo ad aver ancora speranze di vita oltre il XXI, a patto di non trasformarlo in un prodotto scadente e macchiettistico, come purtroppo sta già avvenendo.

Se il VAR doveva infatti rispondere all’urgenza di valutazioni arbitrali oggettive, il suo utilizzo si sta rivelando semplicemente un’amplificazione e un raddoppio parodistico delle fragilità umane. Ed è quantomeno patetica l’iniziativa di rendere pubblicamente sonora la spiegazione delle decisioni, in nome di una presunta trasparenza. Come si è potuto notare, i microfoni aperti sono serviti solo a spezzare ulteriormente il ritmo delle partite.

La Penna e la sala VAR (con Paterna e Marini) ieri pomeriggio hanno toppato di brutto: negando un rigore palese per mani di Dodô, ripetendosi sul mani di Kean da cui è scaturito il primo gol gigliato, e concludendo col pestone rimediato da Bernardeschi, in seguito al quale è arrivata l’espulsione di Holm. Ma attenzione: ci dimentichiamo sempre che in uno sport fluido come il calcio qualsiasi decisione altera il corso del gioco, ragion per cui se a Dodô fosse stato sanzionato il penalty avremmo assistito ad un’altra gara, ricca di altri episodi ma sicuramente priva di quello incriminato su ‘Berna’.

Il Bologna è comunque uscito a testa altissima dal Franchi, costringendo ad un’affannosa rincorsa una Fiorentina ancora penultima in classifica, con decine di persone che hanno abbandonato lo stadio prima della fine cantando «se andiamo in B vi facciamo un hulo hosì». Una scena che ci ricorderemo a lungo. Anche per queste ragioni, e in onore del gioco a tratti entusiasmante che i rossoblù hanno saputo mostrare, cerchiamo di recriminare anche per ragioni diverse da quelle arbitrali.

Infatti i due rigori regalati da Ferguson e Bernardeschi sono, sportivamente parlando, degli abomini. Lo scozzese apre le braccia come un albatros al decollo, il fantasista le alza al cielo come ad un concerto rock per proteggersi il viso: possibile che a questo livello di competizione non si abbia la lucidità di tenerle dietro la schiena, come ormai hanno imparato a fare anche nelle categorie più infime? Ecco allora che per due rigori negati, noi ne abbiamo regalati altrettanti. Ce n’è abbastanza per mangiarsi il fegato fino a Natale. Ma per fortuna mercoledì si torna in campo. Speriamo con le braccia legate, e senza piagnistei.

Luca Baccolini

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Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images (via OneFootball)

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