Indegno è chi ha fischiato

Indegno è chi ha fischiato

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In queste ore leggo, ascolto e… non mi capacito. Ma il Bologna ha vinto la Coppa Italia, compiendo un’autentica impresa dopo cinquantuno lunghi anni, o è retrocesso in Serie B? Per fortuna che ieri pomeriggio una marea di tifosi rossoblù si è riversata in strada a festeggiare, altrimenti avrei cominciato a tremare sul serio.
È bastata una brutta sconfitta interna in una gara che contava meno di zero per risvegliare il malcontento di chi non vede l’ora di lamentarsi e seminare zizzania. Quando sabato ho sentito un po’ di fischi a fine primo tempo non volevo crederci, speravo fossero indirizzati all’arbitro e non ai nostri giocatori. Stesso discorso per le cose scritte nelle ore subito successive. Certo, parliamo di una minoranza, composta probabilmente da sostenitori occasionali e giornalisti che preferiscono ricercare la polemica anziché analizzare in maniera lucida e professionale gli eventi, ma che fastidio…
«Il prossimo step sarà quello di non staccare la spina fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata». Ma cosa state dicendo? Nel calcio, come in tanti altri contesti, viene prima il dovere e poi il piacere: il dovere è rappresentato dagli obiettivi, e il Bologna ha fatto ampiamente il suo sollevando un trofeo e accedendo sia all’Europa League che alla Supercoppa Italiana. A Roma la squadra ha riversato sul campo fino all’ultima goccia di energia, ha tagliato un traguardo memorabile e fondamentale, e la stagione 2024/25 si è chiusa lì.
Anzi no, è giusto sottolineare come i ragazzi a Firenze abbiano provato a tener vive le ultime speranze di Champions con una prova onorevolissima, ma non ci sono riusciti e allora hanno giustamente riversato la propria attenzione sui sacrosanti festeggiamenti. Lasciatevelo dire da uno che a calcio ci ha giocato: non lo si fa apposta, la testa inizia a viaggiare altrove e basta, è umano e comprensibile, soprattutto al termine di un’annata sì meravigliosa ma incredibilmente logorante sul piano sia fisico che mentale.
Ovvio, non è mai piacevole subire tre gol in meno di un tempo, specie al Dall’Ara, come avvenuto negli ultimi due campionati contro Juventus e Genoa. Ci sta che per qualche minuto girino le scatole, poi però bisogna ricordarsi di quanto avvenuto una decina di giorni fa ed essere indulgenti e soprattutto riconoscenti. Il BFC ha già fatto uno step di crescita enorme, ovvero quello di arrivare alla fine di ogni stagione tenendo in piedi e addirittura centrando obiettivi importanti: prima la Champions League e adesso una Coppa Italia che in sostanza equivale ad arrivare quinti in classifica, ma con un trofeo in più nella propria bacheca.
A tal proposito mi sento di fare una tiratina d’orecchie anche al buon Orsolini, persona e calciatore che adoro e ho sempre difeso. Mi permetto perché ho qualche primavera in più di lui e di cavolate ne ho dette e fatte a iosa. In certi momenti la ragione deve prevalere sull’istinto, e alcune frasi è meglio che rimangano all’interno dello spogliatoio. È preferibile la linea tenuta da mister Italiano e altri componenti della rosa. In sintesi: scusateci ma dopo la finale eravamo cotti e stracotti, e le incredibili emozioni vissute hanno fatto il resto.
Adesso, da parte delle categorie citate in apertura, è tutto un «grande Orsolini, siamo con te», ma mica perché gli interessi realmente qualcosa di lui e del suo stato d’animo, solo perché quelle esternazioni gli fanno comodo per sorreggere le loro sterili polemiche. E fidatevi, saranno i primi ad attaccarlo quando gli ricapiterà di sbagliare un gol. ‘Orso’, ti perdono perché sei un puro e un idolo, dentro e fuori dal campo. Però sia chiaro, tu e i tuoi compagni non siete stati indegni nemmeno per un istante. Indegno, di tifare Bologna, è chi vi ha fischiato.

Pepè Anaclerio

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Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)