Investimenti mirati e giocatori da riscoprire, ecco come la pandemia può modificare il calciomercato della prossima stagione

Investimenti mirati e giocatori da riscoprire, ecco come la pandemia può modificare il calciomercato della prossima stagione

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La maggior parte degli appassionati non vuole nemmeno prenderla in considerazione, eppure l’opzione è da esplorare: e se il campionato di Serie A non dovesse ripartire?
Tale interrogativo se ne trascina dietro molti altri: non è chiaro se lo scudetto verrebbe assegnato, quali squadre si spartirebbero i posti nelle coppe, chi verrebbe retrocesso e chi, invece, promosso dalla Serie B. Ma dando per buona l’ipotesi di un campionato comunque finito (al netto delle polemiche che esploderanno, qualunque decisione verrà presa in merito ai quesiti appena esposti), non ci si può non chiedere cosa ne sarebbe della prossima stagione, e in particolare del mercato propedeutico all’annata 2020-2021.
Alcune decisioni, in entrata e in uscita, vengono prese alla luce delle prestazioni fornite dai giocatori nei nove mesi precedenti: in che modo, il fatto di aver raccolto solo metà delle impressioni o poco più, potrà cambiare l’approccio alla prossima finestra di trattative delle società italiane e non?
Il sentore è che, qualunque sia il lasso di tempo entro cui si svolgerà (aspetto ancora da chiarire), il mondo del calcio si stia avviando verso un mercato di stampo conservativo, atto a mantenere l’impalcatura delle rose che abbiamo conosciuto quest’anno. Considerando che a causa dell’emergenza COVID-19 ogni società andrà incontro a delle gravi perdite economiche, perché rischiare un salto nel vuoto stravolgendo l’assetto della squadra con molteplici operazioni? Molto più probabilmente verranno messi in vendita solo i ‘pezzi’ che a lungo non hanno convinto, e dei quali si potrà scegliere di privarsi per far compiere il percorso inverso a poche pedine ben selezionate che vadano a colmare le mancanze più gravi.
È probabile, ad esempio, che il Bologna tenterà l’assalto a tre identikit: un centrale di difesa affidabile, un esterno basso che sappia giocare su entrambe le fasce e – nel caso in cui Santander dovesse fare i bagagli – una punta centrale. Si aprirà inoltre il maxi tema dei prestiti, che nel caso dei rossoblù vede coinvolti giocatori come Calabresi, Donsah, Kingsley e Lappalainen.
Essendo stato girato alla Cremonese con formula secca, Kingsley è l’unico sicuro di rientrare ‒ temporaneamente o meno ‒ a Casteldebole, mentre non è chiaro il destino degli altri tre ragazzi. L’Amiens detiene il diritto di riscattare a titolo definitivo Calabresi, ma a causa del recente congelamento della Ligue 1 è appena stato retrocesso d’ufficio e non è chiaro se disporrà della liquidità necessaria per investire sul 24enne romano; il desiderio di Donsah di tornare sotto le Due Torri è ormai chiaro, il Cercle Brugge ha dalla sua il diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro ma grande peso potrebbe avere la volontà del ghanese; la permanenza di Lappalainen ai Montreal Impact, infine, scadrà il 30 giugno 2020, la possibilità che rimanga in Canada altri sei mesi è prevista dal suo contratto ma l’incertezza circa lo slittamento delle date di fine prestito non consentono previsioni affidabili sul suo futuro.
L’eventuale annessione all’organico felsineo di questi giovani talenti, riduce ancor di più la possibilità che nel prossimo futuro Saputo decida di riversare somme importanti sui tanti campioncini che l’area scouting rossoblù non ha mai smesso di visionare, al punto che il BFC 2020-2021 potrebbe essere composto prevalentemente da volti noti. Anche i nomi accostati di recente al club (Calabria, Lyanco e Favilli su tutti) testimoniano la volontà di affidarsi, per i pochi movimenti in entrata previsti, a calciatori che ben conoscano la nostra Serie A e che si ritiene possano integrarsi alla svelta nella nuova realtà: Calabria è già stato allenato da Mihajlovic al Milan, Lyanco non ha mai smesso di lanciare segnali d’amore verso il capoluogo emiliano, e Favilli ritroverebbe Orsolini, assieme al quale ad Ascoli aveva disputato nel 2016-2017 la miglior stagione della sua carriera.
In conclusione, queste numerose ipotesi confluiscono in un unico grande interrogativo: lo stesso Bologna di oggi, con l’aggiunta di due-tre profili accuratamente selezionati (oltre a Vignato e ad un Dominguez ancora tutto da scoprire), potrà effettivamente puntare ad un posto in Europa League? E sarebbe riuscito nell’impresa già adesso, se il suo cammino non fosse stato interrotto dalla pandemia? A quest’ultima domanda, purtroppo, rischia di non esserci risposta.

Fabio Cassanelli

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