La necessità e il coraggio di guardare oltre Medel

La necessità e il coraggio di guardare oltre Medel

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Non è semplice scrivere un pezzo del genere, questo perché nel cuore degli appassionati Gary Medel incarna tutto ciò che piace e conquista: generosità, grinta, temperamento, carattere e carisma. Men che meno, con un articolo del genere, si vogliono scordare i trascorsi del calciatore sudamericano, vera e propria leggenda in Cile e protagonista di una carriera durante la quale ha indossato, tra le altre, maglie importanti come quelle di Boca Juniors, Inter e Siviglia. Tali premesse sono dovute e doverose: lo scritto non entra nel merito della persona e del professionista Medel ma si riferisce soltanto alla sua centralità all’interno del mondo Bologna.
Come può un giocatore di 35 anni ricoprire ancora un ruolo così basilare nel BFC? Da un punto di vista progettuale resta un qualcosa di difficilmente spiegabile: Medel è ovviamente nell’età in cui rappresenta unicamente un costo e non più un investimento, viaggiando verso la conclusione del proprio percorso calcistico e avendo un contratto in scadenza il 30 giugno 2023. Tutto questo senza dimenticare il fatto che nel mercato estivo 2021 Gary fosse promesso sposo dell’Elche, formazione della Liga spagnola: l’affare è poi sfumato negli ultimissimi giorni di agosto, e da allora un elemento costretto a saltare i due terzi delle due stagioni precedenti (19/20 e 20/21) a causa di numerosi problemi fisici si è ritrovato a disputare circa l’85% dei successivi minuti a disposizione.
Da un punto di vista prettamente tecnico, invece, salta subito all’occhio come Medel sia divenuto centrale proprio nel momento in cui Sinisa Mihajlovic ha deciso di abbandonare un calcio sbarazzino e sfrontato per abbracciarne uno conservatore e guardingo: un calcio in grado di esaltare e far risaltare sempre e comunque il numero 17, leader incontrastato di una difesa a tre, senza però garantire benefici alla squadra nel lungo periodo.
L’avvicendamento in panchina con Thiago Motta dovrebbe restituire al Bologna uno spartito più coraggioso, quantomeno nelle intenzioni dell’allenatore italo-brasiliano: un calcio fatto di pressione a metà campo e mirato alla riconquista alta e immediata del pallone, una proposta caratterizzata dunque da inevitabili duelli in giro per il campo. Un dispendio di energie fisiche e mentali non di poco conto, richieste difficilmente conciliabili con l’attuale Medel, probabilmente più a suo agio in un calcio posizionale e con poco campo da coprire alle spalle.
Ecco dunque che il mondo rossoblù, peraltro pieno di giovani centrocampisti di ruolo che vogliono mettersi o rimettersi in mostra (nel 4-2-3-1 solo due maglie disponibili, potrebbe andare meglio con una mediana a tre), deve trovare la forza e il coraggio di guardare al domani andando oltre il formidabile jolly cileno, ringraziandolo per quanto fatto sinora e facendogli capire che un ruolo da ‘chiocchia’ e subentrante di lusso non andrebbe affatto a sminuire il suo enorme valore, anzi, potrebbe comunque consentirgli di lasciare un segno tangibile sul futuro della squadra e magari allungargli pure la carriera.

Riccardo Rimondi

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Foto: Imago Images (via OneFootball)