Mihajlovic-Bologna, il salto di qualità è ancora possibile o il ciclo è giunto al termine?

Mihajlovic-Bologna, il salto di qualità è ancora possibile o il ciclo è giunto al termine?

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In pochi o forse nessuno, sotto le Due Torri, si aspettavano un risultato positivo contro la Juventus, troppo superiore seppur reduce da un campionato complicato, e con stimoli neanche lontanamente paragonabili a quelli dei rossoblù. Frequentando i social, era invece diversa la prospettiva dei tifosi milanisti, che confidavano di ricevere notizie positive dal Dall’Ara. Dopo appena sei di lancette è però arrivato il gol di Chiesa, e i rossoneri dell’ex Pioli hanno mangiato la foglia e si sono rimboccati le maniche: chi fa da sé fa per tre. Un po’ a sorpresa, poi, a fallire l’obiettivo Champions è stato il Napoli, fermato sull’1-1 in casa dal Verona.
Ma veniamo più nel dettaglio al Bologna, che in queste ultime 7 partite non è stato capace di vincerne nemmeno una, finendo la stagione in pieno stile donadoniano con 3 pareggi e 4 sconfitte, 8 gol fatti e 18 subiti. Dai 47 punti del campionato passato ai 41 di quello appena terminato. Chi mi conosce e mi legge sa bene cosa penso di Mihajlovic, da me a lungo invocato negli anni passati in quanto ritenuto il tecnico adatto per una piazza col serbatoio di carica ed emozioni vuoto. Di recente, però, mi sono posto varie domande: Sinisa è il tecnico giusto per portare avanti un progetto atto a migliorare anno dopo anno fino a raggiungere l’agognata Europa League? E se no, perché? È il tecnico serbo ad avere dei limiti o è la squadra a non essere giusta per lui? Oppure entrambe le cose?
Come scrissi non molto tempo fa, in questa rosa non ci sono giocatori insostituibili, ma neppure Miha ha saputo dare quel qualcosa in più. BFC battezzato da dodicesimo posto e dodicesimo è arrivato, al netto di defezioni, episodi sfortunati, errori arbitrali e così via, perché alla lunga i risultati dicono quasi sempre il vero. Miha che ancora oggi non nasconde che se gli arrivasse la chiamata di una società di suo gradimento (difficile, ad oggi) la valuterebbe.
Il calcio è materia molto soggettiva e non una scienza esatta, dunque ognuno ha le sue idee: io, pur apprezzando tantissimo un combattente quale è Sinisa, sono giunto alla conclusione che se alla fine cambiasse aria non sarebbe un dramma insormontabile. Certo, si tratterebbe di capire con chi sostituirlo, e nel caso guai a fare un salto nel vuoto con un allenatore emergente, come avvenne con Pippo Inzaghi. Comunque, pur comprendendo le ambizioni di Mihajlovic, forse lui per primo dovrebbe capire che un salto in avanti di carriera, rispetto ad un club che comunque il suo bel blasone ce l’ha, bisogna meritarselo.
Mister, non se la prenda, la stimo e le voglio bene, ma ho come l’impressione che il suo ciclo rossoblù sia giunto al termine. Lei ci ha messo tutto e anche di più, questo è innegabile, ma si doveva e si poteva fare meglio.

Mario Sacchi

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