Mihajlovic-Bologna, pro e (possibili) contro di un ciclo che si allunga

Mihajlovic-Bologna, pro e (possibili) contro di un ciclo che si allunga

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Riguardo alla Serie A, per cominciare con una battuta, si potrebbe anche dire che sono successe più cose interessanti negli ultimi dieci giorni di quante non ne siano accadute nelle ultime due settimane – e forse più – di campionato. Se il mercato dei giocatori vive ancora di suggestioni, speranze, dubbi e trattative appena impostate, quello degli allenatori verrà ricordato come il più caldo da diversi anni a questa parte. Cinque delle prime sette classificate, infatti, inizieranno il ritiro estivo con un tecnico diverso da quello con cui hanno concluso la stagione precedente, e anche alcune società di fascia media hanno già accolto un nuovo mister o sembrano intenzionate a farlo.
Di recente la questione ha tenuto banco anche a Bologna, ma l’incontro di martedì tra Mihajlovic e la società ha azzerato ogni dubbio: il serbo guiderà i rossoblù anche il prossimo anno, proseguendo nel sodalizio che già oggi è il più duraturo della sua carriera.
Mantenere lo stesso allenatore per più di due o addirittura tre campionati, oltre a rappresentare quasi una rarità (specialmente in Italia), può portare diversi vantaggi. Assicurare una continuità tecnica eviterà per esempio al BFC di dover attraversare quel periodo di assestamento che segue sempre un cambio in panchina: la rosa conosce bene Sinisa e ha assimilato alla perfezione la sua mentalità, non dovrà plasmarsi sul credo di un nuovo mister né entrare in sintonia con l’uomo. Inoltre, tecnico e staff conoscono già molto bene i punti deboli della squadra, e potranno disporre di un ritiro standard (elemento che nel 2020 era mancato causa COVID) per limare ciò che finora non ha funzionato, assicurandosi che i nuovi innesti familiarizzino il prima possibile coi loro dettami.
Certo, va considerata pure l’altra faccia della medaglia. Proprio perché i giocatori hanno già imparato a conoscere l’allenatore, chi è un po’ in rotta con quest’ultimo o ha trovato poco spazio e teme di continuare a scaldare la panchina potrebbe chiedere a gran voce di essere ceduto. A questa lista (della quale dovrebbero far parte Mbaye, Medel, Poli e Santander) vanno aggiunti gli elementi attualmente in prestito, che stanno facendo ritorno alla base ma sanno di non godere di particolare fiducia da parte del mister, ragion per cui potrebbero a loro volta chiedere di ripartire verso altri lidi: fra i tanti, è probabile che Calabresi, Denswil, Donsah, Kingsley, Okwonkwo e Paz non vestiranno più la maglia rossoblù.
Continuare ad accordare fiducia in Mihajlovic, quindi, significa accettare di cucirgli addosso un organico che sia il più possibile di suo gradimento, anche se ciò significa fare ‘piazza pulita’ di gran parte dei senatori presenti nello spogliatoio, e naturalmente ‘liberarsi’ dei profili che il tecnico non gradisce. Sinisa ha aperto e può continuare un ciclo importante, ma intende farlo alle sue condizioni. Il Bologna le ha accettate, e l’impressione è che il club stia andando incontro ad una delle finestre di mercato più delicate della sua storia recente, oltre che naturalmente ad un campionato dal quale i tifosi – e non solo – si aspettano delle risposte finalmente convincenti.

Fabio Cassanelli

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