Napoli fermato dall'ASL, nuovo pastrocchio all'italiana mentre in tutta Europa si gioca. Ad ognuno il suo ruolo o sarà caos

Napoli fermato dall’ASL, nuovo pastrocchio all’italiana mentre in tutta Europa si gioca. Ad ognuno il suo ruolo o sarà caos

Tempo di Lettura: 2 minuti

Nelle ultime ore, il calcio italiano ha fatto registrare i seguenti avvenimenti: due giocatori del Napoli (Elmas e Zielinski) e due componenti dello staff della Juventus positivi asintomatici al COVID-19; entrambi i ‘gruppi squadra’, come da protocollo FIGC, in isolamento ma con possibilità di allenarsi e disputare partite; partenopei pronti per la partenza verso Torino ma fermati all’aeroporto dall’ASL Napoli 2 Nord, con annesso obbligo di quarantena domiciliare per 14 giorni; comunicato ufficiale del club bianconero dove si annuncia che «la Prima Squadra scenderà in campo per la gara Juventus-Napoli domani alle 20:45, come previsto dal calendario della Lega Serie A». Tutto questo, esattamente il giorno dopo la – tardiva – pubblicazione di un regolamento ad hoc da parte della stessa Lega, corsa ai ripari in seguito al ‘caso Genoa’ (quello sì, un vero focolaio, con 22 positivi di cui 17 giocatori).
Premettendo che magari sia la società campana che la ASL locale avrebbero potuto controllare meglio il presidente Aurelio De Laurentiis, presentatosi in Lega a Milano il 9 settembre con evidenti sintomi da Coronavirus, se il match dell’Allianz Stadium venisse rinviato (dunque senza assegnare la vittoria per 3-0 a tavolino alla Juve) si creerebbe un precedente forse letale per il regolare svolgimento e completamento del campionato 2020-2021. Pressoché in tutta Europa, anche nei Paesi dove la curva dei contagi è ben peggiore che qui, si gioca senza problemi (e con anche più tifosi allo stadio), lo dimostra la recente trasferta del Milan in Portogallo nonostante le positività di Duarte e Ibrahimovic. In Italia no, ogni giorno ce n’è una nuova.
Prevenzione massima sì, attenzione e prudenza massima in caso di potenziale o effettivo focolaio sì, delirio no: se le ASL cominciano a decidere al posto delle Istituzioni che governano il nostro pallone, generando un caos non giustificato dai fatti, non ne verremo più fuori. Continuando così si tornerà alla versione embrionale del protocollo federale, quella che prevedeva tutto il ‘gruppo squadra’ in isolamento per due settimane nel caso di un solo positivo, con inevitabile blocco del torneo. Sagge, in tal senso, le dichiarazioni rilasciate in serata a Radio Punto Nuovo da Luigi De Siervo, a.d. della Lega Serie A: «Vogliamo garantire il calcio nonostante una maledetta pandemia, dobbiamo mantenerci severi e far rispettare le regole ma  nel contempo imparare a convivere con il COVID». Già, proprio così, sarebbe un segnale di maturità e un passo importante verso il ritorno ad una sorta di normalità, sia nel calcio che in altri ambiti. Quella normalità che, in attesa di un vaccino o una cura efficace, può gradualmente ritornare attraverso il senno e la consapevolezza, non certo il panico e l’isteria.

© Riproduzione Riservata

Foto: Imago Images