Si è cominciato a parlare di pullman e carovane con troppo anticipo, ma la Coppa Italia resterà storica

Si è cominciato a parlare di pullman e carovane con troppo anticipo, ma la Coppa Italia resterà storica

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L’atto finale del campionato 2024-2025 ha mostrato due facce diverse dello stesso Bologna: Riccardo Orsolini e Vincenzo Italiano (non due qualunque: il capocannoniere e l’allenatore) hanno fornito letture diametralmente opposte della sconfitta contro il Genoa. Per Italiano un k.o. giustificato, frutto della «pancia piena», perché dopo la Coppa Italia «abbiamo staccato la spina». Per l’attaccante un k.o. «indegno» nella giornata di festa.
Chi ha ragione? L’istinto direbbe Italiano, ma l’intelletto spinge per Orsolini. Tutti sappiamo che vincere un trofeo (soprattutto dopo 51 anni di digiuno in materia) porta ad un crollo dell’adrenalina. Ma c’è crollo e crollo. E il primo tempo offerto dal BFC ai 29.000 del Dall’Ara è stato qualcosa di paragonabile alle amichevoli estive di Valles. Mister Italiano, che di fatto si è auto-riconfermato, avrà modo di lavorare anche sulla gestione delle emozioni, perché per diventare grandi squadre europee non si possono ammettere scampagnate del genere, in nessuna fase della stagione.
Giova ora ricordare cosa successe lo scorso anno, quando la festa Champions portò al grottesco 3-0/3-3 in casa con la Juventus, togliendo il Bologna da un possibile terzo posto (all’ultima giornata, poi, arrivò una sconfitta proprio per mano del Genoa e sempre con Vitinha primo marcatore). Quest’anno è andata pure peggio, perché nelle ultime 5 partite, quelle dello sprint finale, i rossoblù hanno raccolto solo 2 punti sui 15 a disposizione, con 9 gol subiti in 3 partite.
Non osiamo pensare cosa sarebbe successo se Ndoye non avesse inventato quel gol all’Olimpico: un BFC nono e privo della Coppa Italia che giudizio si sarebbe attirato? Forse in futuro converrebbe contare fino a dieci prima di sollevare le mani dal manubrio. E in questo occorrerebbe la collaborazione di tutti: città, commentatori e istituzioni.
Il Nettuno d’Oro consegnato in fretta e furia dal sindaco Lepore a Italiano (per giunta a Casteldebole: si era mai vista un’istituzione uscire da palazzo per correre incontro al premiato?), col campionato ancora in corso, è stata una forzatura non necessaria. Consegnarlo a fine maggio, a giochi finiti, avrebbe avuto controindicazioni? Non lo crediamo.
Anche la festa sul pullman scoperto, forse, avrebbe meritato una riflessione diversa. Che senso avrà la parata in giro per una città già iper congestionata da cantieri, pellegrinaggi e maratone, dopo la festa di ieri al Dall’Ara, dove abbiamo già visto fuochi d’artificio e giro d’onore col trofeo? Si è cominciato a parlare di pullman e carovane con troppo anticipo. E mentre noi pensavamo alle feste, le altre squadre ci hanno superato in classifica.
Per carità, niente che il tempo non sia in grado di cancellare, proprio come non si cancellerà mai questa Coppa Italia storica, inaspettata e meritatissima. Però, in futuro, e lo diciamo col massimo rispetto e ammirazione di chi ci ha appena regalato un sogno, festeggiamo con più calma e nei tempi giusti.

Luca Baccolini

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Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)