Tutto molto bello, ora però contano i risultati. Contro Parma e Benevento non si può fallire

Tutto molto bello, ora però contano i risultati. Contro Parma e Benevento non si può fallire

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Provo a immedesimarmi in quello che ormai è divenuto il mantra del tifoso medio bolognese, ovvero la giustificazione, «non è contro Juventus e Milan che si devono racimolare punti». Non ci riesco. Personalmente sono molto infastidito e un po’ preoccupato da questa ‘avversione’ dei rossoblù alla vittoria, solo una nelle ultime undici gare (1-0 su rigore al Verona). Da quando Sinisa Mihajlovic ha intrapreso il suo secondo mandato sotto le Due Torri, questo è uno dei momenti più delicati. Ripetere le stesse cose all’infinito non giova a nessuno, ma analizzare la situazione è doveroso.
Dopo un periodo di smarrimento, dovuto anche all’emergenza legata agli infortuni, la squadra ha ritrovato la sua identità e ripreso a macinare gioco, ma le pur apprezzabili trame offensive non stanno dando i frutti sperati, è sotto gli occhi di tutti. Per fare un nome a caso: ci fosse stato Marco Di Vaio al posto di Sansone o Dominguez a tu per tu con Donnarumma, cosa sarebbe successo? Il punto sta tutto qui, non c’è altro da aggiungere. Anzi, una cosa sì: a dare di più non dovrà essere solo il neo centravanti Barrow, ma anche chi gravita attorno a lui, a cominciare dalla batteria degli esterni d’attacco, mai pienamente convincenti.
Ora, personalmente non mi sono mai arrovellato su un nono, un undicesimo o un tredicesimo posto, ai fini della stagione non cambia assolutamente nulla, se non il fatto che un miglior piazzamento può portare qualche soldo in più nella casse di chi ne sta spendendo tanti. Ma l’abitudine alla sconfitta è un male che va stoppato immediatamente. Al momento i felsinei non sono in lotta per la salvezza, a patto che tra Parma e Benevento arrivino più punti possibili, almeno quattro. Proviamo quindi a non vedere tutto nero e attendiamo speranzosi i prossimi due impegni, cercando di non andarci ad impantanare in territori poco simpatici. Considerando che questo Bologna non è stato costruito per agire di catenaccio e contropiede, bisognerà uscirne come sempre attraverso il gioco, quello che si è visto anche oggi al Dall’Ara. Con una ‘piccola’ differenza: le azioni andranno concluse spaccando la porta e sfondando la rete.

Mario Sacchi

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Foto: Imago Images