Bologna, tempi lunghi ma mottiani. Sperando che adesso Dominguez e Orsolini rimangano qui

Bologna, tempi lunghi ma mottiani. Sperando che adesso Dominguez e Orsolini rimangano qui

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«Incedibile». Non sappiamo quante volte Giovanni Sartori abbia pronunciato davanti alle telecamere questa parola nel corso della sua lunga carriera. Sappiamo invece che nel caso di Arnautovic si è rivelata una bugia. Intendiamoci, il calciomercato è il regno delle bugie. Sia da parte degli operatori, sia guardando ai sogni – infranti – dei tifosi, che difatti comprano più i giornali più in questo periodo che durante l’intero campionato. Detto ciò, la cessione di Marko è indubbiamente un duro colpo da incassare per lo stesso Sartori e soprattutto per le aspettative della piazza.
Il tanto evocato ‘modello Atalanta’ risulta ancora lontano. Quello che ai tifosi rossoblù non va giù non è tanto la partenza del centravanti, assolutamente legittima se consideriamo età, tenuta fisica, plusvalenza e ingaggio risparmiato, quanto il fatto di doversi spesso privare dei giocatori più importanti in rosa. L’elenco è lunghissimo anche in era Saputo: Diawara, Verdi, Pulgar, Tomiyasu, Hickey, Svanberg, Theate e così via. E, per contrasto, il non sentire da nessuno di quelli rimasti (Dominguez e Orsolini) la frase: «Rinnovo il contratto perché credo nel progetto della società e le coppe voglio giocarle con la maglia del Bologna».
Il monumento che dobbiamo fare a Joey Saputo per i soldi spesi, inclusa l’acquisizione del centro tecnico di Casteldebole e il futuro restyling del Dall’Ara (con annesso stadio temporaneo), restano granitici. Dovremo però attendere ancora, continuando intanto a cantare «rivogliamo lo squadron», prima di sentir pronunciare in modo convinto e realistico la frase «puntiamo all’Europa».
Tuttavia, due aspetti positivi vanno sottolineati. Il contesto sfavorevole (mercato in entrata che procede a rilento e vendita di due elementi cardine ad una settimana dall’inizio del campionato) imporrà di necessità e di virtù un Bologna più mottiano: meno primedonne, più giocatori giovani e duttili che meglio si adattano allo spartito dell’allenatore italo-brasiliano, che vedrà dunque ripagato il suo sfogo olandese almeno sotto tale aspetto.
Inoltre, inevitabilmente, ciò si legherà ad un monte ingaggi più basso (lo stipendio annuale di Arnautovic, 3 milioni netti, era troppo alto rispetto a tutti gli altri), generando magari spazio per accontentare almeno in parte le richieste dei già citati Dominguez e Orsolini. Chissà che allora proprio l’addio di Marko non possa mettere fine alle loro telenovele contrattuali e aprire un nuovo capitolo: se non di bandiere (quelle non esistono più da un pezzo), quantomeno di calciatori che puntano davvero a diventare grandi insieme al Bologna.

Massimo Franchi 

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Foto: Getty Images (via OneFootball)