28/10/2025
Massimo Franchi
OneFootball, Rossoblù in trasferta

Lo stile e il ‘prodotto’: come reagire al ‘sistema La Penna’

Tempo di Lettura: 2 minuti

Sbollire la rabbia per la serie incredibile di errori dell’arbitro La Penna e degli addetti VAR Paterna-Marini sarà difficile. E sentir parlare di tutela del ‘prodotto-calcio’ suona quasi beffardo. Qua non c’è un ‘prodotto’ da vendere, c’è da ‘tutelare’ un modo di intendere il calcio. E se la reazione dei vertici societari rossoblù conferma una diversità di stile da apprezzare, di fronte ad errori tanto marchiani e, soprattutto, ad un sistema che si conferma irriformabile, si fa fatica a credere che essa possa avere effetti positivi sul prosieguo del nostro cammino in campionato.

La controprova è già arrivata. L’AVAR Marini verrà fermato da Rocchi. La notizia sarebbe buona se la motivazione dello stop non fosse legata (scrivono i ben informati di cose dell’AIA) solamente alle proteste dell’Inter per l’errore, in quel caso come VAR, commesso nel non richiamare l’arbitro Mariani dopo l’assurdo rigore fischiato – su indicazione del collaboratore Bindoni – al 31′ di Napoli-Inter.

Ecco allora che ci arriva l’ulteriore conferma di una Serie A in cui a comandare sono ancora i grandi club, dato che l’Associazione Italiana Arbitri sembra ascoltare solo alcune lamentele e ignorarne altre.

Il designatore da settimane stava portando avanti la sua crociata contro i ‘rigorini’? Bene, a Firenze ne sono stati assegnati tre: due da La Penna e uno dal VAR. E non ne sono stati fischiati altri due: mani di Dodô e fallo su Bernardeschi. Insomma, un casino totale. Alla faccia di Rocchi e di un mondo arbitrale italiano rimasto ancora per mentalità e organizzazione a qualche anno fa.

Branko Milanovic, famoso economista ma anche grande appassionato di calcio globale, dopo il Clásico Real Madrid-Barcellona di domenica ha affermato che l’attuale utilizzo del VAR porta a «decisioni assurde che sono chiaramente contro lo spirito del calcio» e che, usato in questo modo, il VAR «distrugge il fattore umano in favore di un’illusoria esattezza tecnica». Come per ogni innovazione tecnologica, il punto è proprio questo: l’uso che ne fa l’uomo. E sul Video Assistant Referee siamo ormai alla follia. In Italia ancor di più.

Poiché le regole sui falli di mano in area vanno certamente cambiate secondo lo spirito del gioco, che non prevede difendenti senza le braccia, l’indicazione ai ‘varisti’ dev’essere quella di intervenire realmente soltanto in casi di grave errore, lasciando all’arbitro e ai suoi assistenti sul campo l’autonomia e la responsabilità delle loro decisioni, che devono essere prese secondo un metro uniforme. Non bisogna dare ‘rigorini’? Allora se non dai il rigore a Bernardeschi, non lo dai neanche a Kean. Punto.

In questo contesto italiota, per ottenere qualcosa la strada che Saputo deve subito imboccare (senza cambiare stile) è quella di un’alleanza con la maggioranza dei club medi (visto l’andazzo, ormai anche la Juventus potrebbe farne parte…) e piccoli per chiedere una vera riforma del ‘sistema Serie A’, pretendendo l’azzeramento dei vertici arbitrali e una governance autonoma della Lega, slegata dal potere di veto delle grandi squadre.

Diversamente, di La Penna, Marini e Paterna ne troveremo presto altri sul nostro cammino. E i tifosi, ancora feriti da quanto accaduto nel 2006, continueranno a pensare che il ‘prodotto-calcio’ sia qualcosa di venduto, sì, ma non in senso positivo.

Massimo Franchi

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Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images (via OneFootball)

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