Pazienza e ottimismo: sono (quasi) tutti più poveri

Pazienza e ottimismo: sono (quasi) tutti più poveri

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Con la dovuta premessa che fare pronostici è il mestiere più difficile del mondo e non mi è mai riuscito bene, l’inedito inizio ferragostano si presta a fissare qualche punto fermo incontrovertibile sia sulla sempre più derelitta Serie A che sul nostro amato Bologna.
Un giudizio obiettivo sulla campagna acquisti (pochi) e cessioni (molte) dei rossoblù non può prescindere da una valutazione sull’andazzo generale, particolarmente cupo se si esclude l’entusiasmo nella Capitale che in parte – minoritaria – testeremo domenica.
Koulibaly, Perisic, Kessie, De Ligt, Insigne, Torreira, Fabian Ruiz, Rabiot, Scamacca, Molina e forse Luis Alberto. Senza dimenticare il vecchio Chiellini e il giovani Viti. L’elenco delle cessioni verso l’estero testimonia di come la prossima Serie A sarà un campionato molto più povero sia economicamente che tecnicamente, visto il corto elenco degli innesti di valore simile: il ritorno di Lukaku e Pogba (dopo una stagione flop in Premier), due scarti del PSG (Wijnaldum e Di Maria), il giovane De Ketelaere (che segnava quanto Skov Olsen al Bruges), la scommessa Jovic.
Il palese depauperamento potrebbe offrirci l’occasione per vedere un torneo più equilibrato e con qualche sorpresa? A dire la verità, qua a Roma con Dybala ci sperano, mentre le spese eccessive di Monza e Salernitana illudono e rischiano di riaprire il capitolo ‘bilanci farlocchi’ che speravamo chiuso con la pandemia.
Difficile, obiettivamente, che però ciò accada. Anche perché, guardando in casa nostra, la proporzione tra uscite ed entrate è proporzionale alla media del campionato: via Svanberg, via Hickey, via Theate; dentro (per ora, si spera) i soli Cambiaso (in prestito secco dalla Juve), il parametro zero retrocesso Lykogiannis e il promettente scozzese Ferguson, finora intravisto poco nelle amichevoli e assente in Coppa Italia.
Se la permanenza di Arnautovic è un punto a favore del nuovo duo mercato Sartori-Di Vaio, oggettivamente il Bologna si presenta ai nastri di partenza indebolito rispetto allo scorso anno.
Il Tosco ci ha mirabilmente spiegato come il mercato sia una scienza tutt’altro che esatta, ricordandoci i tanti casi di uscite non rimpiazzate che si sono rivelati affaroni. Questo però non significa valutare positivamente un mercato finora avaro di colpi nonostante oltre 40 milioni entrati in cassa.
Certo, se arrivasse Ilicic (che si rifiutò di venire a Bologna ai tempi della Fiorentina e di Corvino) in buona forma tutto sarebbe diverso: potremmo sognare e segnare certamente di più. Io però sarei più tranquillo con un buon difensore mancino, preferibilmente già avvezzo al calcio italiano, condizione spesso richiesta giustamente da Sinisa.
Il salto di qualità che tutti noi aspettiamo come il Messia non arriverà in questa stagione. La priorità di Saputo, è ormai evidente, si chiama stadio: niente follie, prima rifacciamoci il Dall’Ara.
Avremo pazienza? Speriamo. È la virtù dei forti, dicono. Se intanto la coppia Arnautovic-Mihajlovic sarà salda alla guida, qualcun altro in scadenza nel 2023 rinnoverà convinto il contratto, Sartori imbroccherà i colpi che ha sempre indovinato e riusciremo con qualche ‘sghetto’ ad avanzare in Coppa Italia e a battere qualche grande, beh, tutto sarà più facile. Sperèm

Massimo Franchi

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