Villa Celestina, uno spazio liberato per la comunità

Villa Celestina, uno spazio liberato per la comunità

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Ogni città ha i suoi angoli bui, punti morti addobbati di transenne e cartelli con divieto d’accesso davanti a palazzi abbandonati. Alcuni sono più evidenti di altri, costruzioni appena iniziate o ruderi fagocitati dalla vegetazione. Sono disseminati ovunque, e passandovi ci si chiede sempre a chi appartengano e perché vengano lasciati a se stessi. Non molti sanno però che alcuni di questi sono stati confiscati a personaggi tutt’altro che stimabili, criminali che si sono visti sottrarre le loro dimore, uffici, basi operative dei loro affari malavitosi.

L’ingresso di Villa Celestina

A Bologna esiste un solo bene sottratto alle organizzazioni criminali (leggasi ‘Cosa nostra’ siciliana) che sia stato restituito a nuova vita, attraverso un progetto sociale. È Villa Celestina, appartenuta al boss Gaetano Costa e confiscata tredici anni fa. Si trova in una delle zone più belle della città, nel quartiere Santo Stefano, e dal 2019 è stato affidata a Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, che ha iniziato un ambizioso progetto di riqualificazione a partire dal giardino intorno alla villa. I ragazzi e le ragazze di Libera Bologna hanno dato vita ad un orto sociale e hanno utilizzato l’ampio cortile per avviare diverse iniziative: dibattiti, spettacoli e perfino un festival, svoltosi quest’estate sugli esempi virtuosi di Comuni quali Milano, Roma e Catania: Presi Bene.

Festival Presi Bene 2021

«È il primo festival organizzato sui beni confiscati a Bologna – spiega Sofia Nardacchione, vicereferente di Libera Bologna –, dove la consapevolezza sul fenomeno mafioso continua ad essere molto scarsa. Villa Celestina è uno dei segni fisici che raccontano la presenza sul nostro territorio delle mafie. Per tale motivo abbiamo puntato su questo luogo per poi far luce sugli altri beni del Comune e della provincia. È stata l’occasione per confrontarsi con la cittadinanza su diversi temi, raccontando ciò che è accaduto nel nostro territorio a livello criminale, un fenomeno sfociato poi nel Processo Aemilia, e formando le persone in materia di giustizia sociale».

Corso di attivazione volontari 2020

Un concetto che merita maggior approfondimento, poiché riguarda la comunità e sta alla base dei progetti a fini sociali. Giustizia sociale è infatti ciò che riguarda la nostra società e si declina in forme diverse: il riconoscimento delle coppie di fatto, il fine vita, la patrimoniale e una tassazione più equa, l’utilizzo di spazi abbandonati come luoghi pubblici e non privati sono tutti temi (e ce ne sarebbero tanti altri da citare che sono all’ordine del giorno e oggetto di dibattimento nel nostro Paese) che riguardano la giustizia sociale.

Festival dei beni confiscati 2021

Villa Celestina vuol essere il primo passo verso un utilizzo condiviso di uno spazio abbandonato. Nei prossimi anni verrà utilizzata per realizzare undici appartamenti per la transizione abitativa. Un grande risultato, secondo i ragazzi di Libera Bologna, perché in questo modo la villa non solo diventerà un bene attraversabile ma anche un luogo importante per chi vive delle difficoltà. Si tratta di un investimento da circa 3 milioni di euro, coi lavori che partiranno nel 2023 dall’abbattimento della struttura preesistente, ormai inutilizzabile, e il rifacimento totale del giardino, per il quale sono stati già stanziati dei fondi che daranno un nuovo volto al bene già a partire dal prossimo anno.

Un dibattito nel cortile di Villa Celestina

Questo progetto è il primo passo di un percorso finalizzato a riappropriarsi e donare alla cittadinanza luoghi abbandonati che spesso vengo destinati allo Stato, e in seguito riutilizzati istituzionalmente. «A Pianoro ci sono cinque villette allo stato grezzo – spiega Salvatore Celentano, responsabile organizzativo di Libera Bologna – che potrebbero essere riassegnate, ma non è di certo l’unico caso. Bisognerebbe mappare meglio tutte le strutture presenti sul territorio, le pubbliche amministrazioni dovrebbero segnalarli e fare dei progetti per riqualificarli».

Festival Presi Bene 2020

Inutile negarlo, si tratta di una questione politica, ma riguarda ciascuno di noi. Spesso vi è diffidenza da parte di chi vive nei pressi di un bene soggetto a confisca che viene riutilizzato. Si fatica a vederne il potenziale, ma soprattutto a comprendere che quel bene appartiene prima di tutto a loro, e se questo viene riportato a nuova vita ne giovano tutti. Villa Celestina era un luogo fantasma ignorato da tutti, ma ora i residenti del quartiere si stanno rendendo conto che può diventare uno spazio utile a tutti. Semplicemente, vivo.

Giuseppe Mugnano

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Foto: libera.it