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Motta: “Questo Bologna rende orgogliosi, ce la giochiamo con chi ha più mezzi e forza. L’obiettivo è sfidare noi stessi e migliorare sempre”

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate prima ai microfoni di DAZN e poi in conferenza stampa dall’allenatore rossoblù Thiago Motta al termine di Inter-Bologna 2-2.

Prestazione maiuscola – «Sappiamo che l’Inter inizia molto forte e cosi è stato anche nei primi venti minuti, loro hanno la capacità di creare enormi difficoltà alle squadre avversarie. I miei giocatori però sono stati spettacolari nel reagire ad una situazione negativa e contraria continuando a difendere e ad attaccare tutti assieme, e il premio è questo pareggio meritato figlio di una grandissima prestazione. I nostri tifosi, che ringrazio per il grande sostegno, possono tornare a casa orgogliosi per la prova di questi ragazzi fantastici».

Retroscena sul rigore – «Zirzkee è il nostro rigorista ma in quel momento ho scelto di far tirare Orsolini, e Joshua non l’ha presa benissimo perché è un ragazzo che vuole sempre lottare, segnare e vincere. Negli spogliatoi durante l’intervallo gli ho chiesto scusa e abbiamo chiarito, mi sembrava non avesse gradito quella decisione e lo capisco alla perfezione, perché essendo un attaccante vive per il gol».

Zirkzee in copertina – «Fin dal primo giorno di lavoro Joshua è fantastico, dentro e fuori dal campo: da settimane dico che è il simbolo del nostro Bologna, ha qualità enormi e fa cose straordinarie, non è mai egoista e cerca sempre di aiutare i compagni. Si meritava questo gol, è da un po’ di tempo che lo stava cercando e ha finito la gara coi crampi, cosa normale visto lo sforzo che compie in entrambe le fasi».

Ottimo lavoro del centrocampo – «Freuler ha portato nel gruppo personalità ed esperienza a certi livelli, Aebischer ha trovato la posizione in campo giusta per lui e continua a crescere di gara in gara, e Ferguson lo conosciamo, è un giocatore di altissimo livello per tutto quello che fa in entrambe le fasi. El Azzouzi anche oggi è entrato molto bene, ma non dimentico nemmeno le caratteristiche diverse e ugualmente preziose di Fabbian, Moro e Urbanski».

Fermata un’altra big – «Non dobbiamo nasconderci e dobbiamo sapere chi siamo: il nostro livello non è quello di squadre come l’Inter, ma vogliamo essere quelli che siamo oggi, ovvero un gruppo in grado di competere con chi ha più mezzi e forza di noi. Il gap esiste ed è ancora molto grande, ma è chiaro che quando si gioca in questa maniera si compensa la differenza che esiste, grazie all’umiltà e al lavoro e dando il massimo ogni domenica».

Arbitri, qualche passo avanti – «Complimenti all’Inter, che ha fatto una grande partita, e complimenti anche alla squadra arbitrale, che ha operato ad alto livello: è proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno nel nostro campionato».

Obiettivo stagionale – «Tutti insieme stiamo facendo un buon lavoro: i protagonisti sono ovviamente i giocatori, ma loro portano in campo anche il lavoro svolto dietro le quinte da chi lavora nel Bologna. Il nostro obiettivo è solo uno, sfidare noi stessi e migliorare sempre. Dobbiamo avere l’esigenza del lavoro, del gioco e ovviamente del risultato: oggi c’è stato tutto questo perché abbiamo difeso e attaccato bene, e forse potevamo fare ancora meglio negli ultimi metri. Siamo andati sul 2-2 e in seguito l’Inter ha ripreso a spingere forte, ma i miei ragazzi hanno combattuto fino alla fine».

Ferguson, stop ai riflettori – «Lewis fa sempre grandi partite, non solo oggi. Ma dobbiamo lasciarlo tranquillo, nascosto, perché si vede che è un giocatore di altissimo livello in ogni cosa che fa: sa giocare bene il pallone, sa difendere, sa segnare, ha mentalità, ma da oggi in poi non vorrei parlarne più perché mi piacerebbe che restasse qui per tantissimo tempo (sorride, ndr)».

Calafiori sontuoso – «Riccardo è entrato in questo gruppo con grande personalità. La cosa importante è trasmettere la fiducia e la confidenza ai compagni: lui parla poco ma agisce, è un esempio e riesce ad infondere nella squadra la sua convinzione. Non ha paura di tentare l’anticipo e quando c’è la profondità procede con tranquillità, poi ha coraggio in fase d’impostazione e ci aiuta a giocare meglio».

Foto: Getty Images (via OneFootball)