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Motta: “Siamo i rompicoglioni del campionato e meritiamo di essere dove siamo. Ho sentito discorsi deliranti dopo Frosinone, una non vittoria non è una tragedia”

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dall’allenatore rossoblù Thiago Motta a due giorni da Bologna-Monza, gara valida per la 32^ giornata di Serie A TIM in programma sabato alle 20:45.

Un pensiero a Suviana – «Voglio iniziare la conferenza di oggi mandando un pensiero alle famiglie delle vittime della tragica esplosione avvenuta alla centrale elettrica di Suviana».

Bologna rompiscatole – «Mettiamo le cose in chiaro, visto che dall’inizio della stagione non siamo mai stati inseriti in nessuna corsa per l’Europa: la Champions è una normale ossessione per altri club, come l’Inter, il Milan, la Juventus, il Napoli, la Lazio, l’Atalanta o la Roma, mentre per noi questa ossessione non è mai esistita. In questo momento siamo i rompicoglioni del campionato (sorride, ndr) perché nessuno si aspettava che ad aprile fossimo così in alto in classifica. Ecco perché facciamo bene al calcio: abbiamo portato concorrenza, novità e competitività, e meritiamo di essere dove siamo. Abbiamo tutta l’intenzione di restare dei rompicoglioni fino in fondo ma senza nessuna ossessione, con me non esiste. E quando uso il termine ‘rompicoglioni’ non intendo che siamo brutti, sporchi e cattivi, anzi: siamo determinati, concentranti e volenterosi di raggiungere il nostro obiettivo, faremo di tutto per dare una gioia ai nostri tifosi. Credo però che serva un’analisi lucida di quello che i ragazzi hanno fatto finora, da parte di tutto l’ambiente».

De Rossi e la ‘normalità’ – «Sinceramente non ho ascoltato la sua conferenza post derby, quindi non posso commentarla. Conosco bene Daniele e so che è un ragazzo fantastico, alla Roma sta facendo un grande lavoro».

Guai a fare drammi – «Anche oggi coi ragazzi ho parlato del fatto che le partite come quella di Empoli, vinta all’ultimo meritatamente, o quella col Frosinone, pareggiata, non possono essere l’ago della bilancia del nostro campionato: non eravamo campioni dopo Empoli e non abbiamo sbagliato tutto per non aver vinto a Frosinone. Però i miei giocatori erano tristi dopo l’ultima gara, perché giocano sempre per vincere, anche in allenamento. Questo mi rende orgoglioso: sono dei ragazzi che sanno cosa vogliono, ma loro per primi devono capire che una non vittoria non è una tragedia. In tal senso voglio sottolineare che i discorsi di chi parla dei due punti mancati a Frosinone come quelli che potrebbero non farci qualificare in Champions sono deliranti. Ora però pensiamo alla prossima partita, che dovremo vivere al massimo sia noi in campo che i tifosi sugli spalti: dobbiamo approfittare di questo momento e dare il massimo».

Miglior allenatore anche di marzo – «Io vivo tranquillo perché so di dare il massimo ogni giorno, questo mi fa dormire serenamente. Il premio da parte della Lega Serie A è un’altra prova di quello che stiamo vivendo, qualcosa che è possibile solo grazie ai miei fantastici ragazzi».

Una carezza a Ndoye – «A fine partita Dan era molto triste, però va ricordato che quell’azione era stata avviata da un suo recupero: lo dico perché deve ricordarsi delle tante cose positive che fa per la squadra. È da un po’ di tempo che è condizionato da un fastidio fisico, ma continua a dare tutto per i compagni. A Frosinone ha fatto la cosa giusta ma purtroppo la palla non è entrata: entrerà alla prossima occasione perché è un giocatore di grande talento. Questo è il suo primo anno in Serie A e ha già aiutato tantissimo il gruppo, in settimana l’ho visto sereno ed è giusto che sia così perché sta svolgendo un ottimo lavoro».

Karlsson, serve ancora pazienza – «Jesper sta bene: mentalmente è sempre stato al top, fisicamente sta meglio ma in questo momento ci sono altri ragazzi che sono più avanti di lui. La realtà attuale è utile sia a lui che agli altri, perché porta tutti alla ricerca del proprio massimo: quando vedrò che sarà pronto per aiutare la squadra lo metterò sicuramente in campo».

Monza molto pericoloso – «Hanno cambiato modulo mantenendo la stessa mentalità: quando recuperano palla cercano di mantenere l’equilibrio dietro e già durante il recupero riescono ad avanzare e guadagnare campo, inoltre hanno la capacità di capire quando attaccare velocemente e sono consapevoli delle qualità tecniche dei propri giocatori e di come sfruttarle. Noi dovremo essere pronti a sfidare una squadra che sa quello che vuole: sarà una bella battaglia, che noi giocheremo in casa mettendoci testa e cuore».

Palladino e il rapporto coi giovani – «Io coi miei giocatori parlo di tutto, poi ci sono quelli che ti ascoltano di più e quelli che ti ascoltano di meno. La cosa importante è capire anche in quali momenti parlare e di cosa parlare. Ad esempio, se vedo un giocatore un po’ sottotono cerco di capire il perché, rispettando però la sua volontà di raccontarmi i motivi o meno. Oggi penso di aver instaurato coi ragazzi un rapporto tale da poter parlare con loro di tante cose, anche extra calcio».

Svolta importante: 31 ottobre 2022 – «Da quella gara a Monza è cresciuto tanto Orsolini, che se vi ricordate segnò in contropiede e poi esultò buttandosi in scivolata (sorride, ndr). Cito lui per dire che siamo cresciuti tutti, specie in termini di consapevolezza e volontà: i ragazzi hanno creduto nel fatto che quanto gli chiedevamo potesse funzionare, hanno avuto fiducia e ci sono entrati dentro con la testa e il cuore, ecco come siamo riusciti a costruire il bel momento di oggi».

Equilibrio su Zirkzee e non solo – «Dipende cosa intendiamo quando parliamo di partita ‘normale’, questo va chiarito se si vuole capire cos’è capace di dare Joshua. Secondo me non lo sa ancora nemmeno lui: è un ragazzo molto giovane, ha un talento enorme, sta lavorando alla grande, però qual è la ‘normalità’? Penso che la cosa importante sia avere equilibrio, come per la squadra, non è possibile un giorno essere campioni del mondo e quello dopo pensare che tutto va male ed è un disastro. Noi lo abbiamo: i ragazzi sanno di essere nel pieno di un ottimo momento, sanno perché siamo arrivati fin qui, e tutti insieme continueremo fino in fondo a ricoprire quel ruolo di cui ho parlato all’inizio».