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Theate: “Adesso sappiamo che batterci è dura, non andiamo a Napoli per guardare. A Bologna sono felice: grande club e città stupenda”

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Fra i protagonisti rossoblù intervistati durante la 26^ puntata di Bfc Week, il nuovo appuntamento settimanale di Bfc Tv che racconta il Bologna a 360 gradi, c’è il difensore Arthur Theate, vera e propria rivelazione di questo inizio di campionato. Ecco le dichiarazioni rilasciate dal belga classe 2000, carico in vista della sfida esterna contro il Napoli:

Impresa sfiorata – «In nove contro undici è sempre dura, abbiamo corso tantissimo e nonostante i due uomini in meno abbiamo dato il massimo, ognuno ha fatto una corsa in più per la squadra. Pensavamo di poter portare a casa dei punti, non ci siamo riusciti ma la strada percorsa è quella giusta. Voglio ringraziare i tifosi che ci hanno supportato fino all’ultimo minuto».

Mai arrendersi – «All’intervallo avevamo già preso due gol, ma in spogliatoio non c’era nessuno giù di morale, eravamo fiduciosi: la cosa da fare era segnare subito, restando compatti per cercare di mettergli pressione. Una volta segnata la prima rete eravamo tutti più positivi, poi per circa mezzora abbiamo difeso molto bene, con determinazione. Potevo anche segnare il gol del 3-2, ma c’era pure Arnautovic dietro di me, comunque la prestazione della squadra vale più della mia».

Altro big match a Napoli – «Sono forti tanto quanto il Milan, sarà una partita molto difficile. Giochiamo in trasferta, quindi è una complicazione in più: dobbiamo avere lo stesso atteggiamento di sabato, solo così possiamo fare bene. Sappiamo che adesso batterci è dura, anche perché giochiamo l’uno per l’altro. Non andiamo là per guardare, ma per portare a casa dei punti».

Ambientamento perfetto – «Sono felice dentro e fuori dal campo. Passeggio spesso in centro, è molto bello. Sto benissimo, sono tutti gentili con me. Questo è un grande club e la città è stupenda, è tutto perfetto».

Tifoseria speciale – «I tifosi sono molto importanti, è bellissimo rivederli allo stadio. Quando ci sono c’è un’atmosfera incredibile, ti danno una spinta in più e riesci a fare cose che magari prima non riuscivi a fare. Sono fortunato, siamo tutti fortunati di poter giocare di fronte a questa gente».

Arthur oltre il calcio – «Faccio il mio lavoro e poi vado a casa, qui c’è anche la mia famiglia. Ho una vita normale, qualche volta vado al ristorante. Sono una persona sempre calma, anche se in campo non sembro così (sorride, ndr)».

Capello iconico – «Da piccolo mio padre voleva che li tenessi corti. Adesso li ho lasciati crescere, mi piacevano tutti ricci: sono una parte di me».