La solita Juventus rende un po' più amara la festa del Bologna: rossoblù sontuosi per 75 minuti, i bianconeri rimontano da 3-0 a 3-3

La solita Juventus rende un po’ più amara la festa del Bologna: rossoblù sontuosi per 75 minuti, i bianconeri rimontano da 3-0 a 3-3

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In un Dall’Ara gonfio di pioggia e d’amore, nel bel mezzo dei festeggiamenti per una memorabile qualificazione alla Champions League, il Bologna ospita la tanto odiata Juventus, da cui deve guardarsi sia sul campo in ottica terza posizione che sul mercato, vista la miriade di fastidiose voci su Motta, Zirkzee e Calafiori. Il tecnico rossoblù ripropone lo stesso 4-2-3-1 visto dall’inizio a Napoli, con le uniche eccezioni di Skorupski al posto di Ravaglia tra i pali e di Castro (alla prima da titolare) a guidare l’attacco sostituendo dell’infortunato Zirkzee. Dall’altra parte non c’è più Allegri, esonerato dopo la sfuriata successiva al trionfo in Coppa Italia, ma l’esordiente Montero, che prosegue nel solco del 3-5-2 con Bremer al comando della retroguardia, Locatelli in cabina di regia e il tandem Vlahovic-Chiesa in avanti.
La Curva Andrea Costa rimane in silenzio per un minuto, esternando un nobile pensiero («Dedicato a chi c’è sempre stato e a chi non è più tra noi»), poi il tifo si scatena e la squadra procede di pari passo: al 2’ miracolo di Szczesny su Freuler in seguito ad un recupero palla alto, poi sul corner successivo calciato da Urbanski è Calafiori, sfruttando un tiro-cross di Castro rinviato dalla difesa, ad infilare la sfera sotto la traversa per l’1-0. Il difensore diventa il 500° nella storia del BFC, e di lì a poco arriva anche il 501°, perché all’11’ Urbanski e Castro si avventano su un perfetto traversone di Ndoye, staccano entrambi di testa ed è l’argentino a spuntarla insaccando il raddoppio. Al 13’ Odgaard calerebbe anche il tris su botta di Ndoye, se non venisse pescato in offside, ma è solo una minuscola amarezza all’interno di una frazione dominata dai padroni di casa, che iniziano a forzare meno le giocate e gestiscono il possesso in modo magistrale. L’unico guizzo bianconero arriva al 42’, quando Cambiaso si insinua sulla fascia destra e piazza nel mezzo un pallone su cui interviene un super Lucumí in anticipo su Vlahovic. E così si va al riposo sul 2-0 con lo stadio, giustamente, in tripudio.
Il secondo tempo si apre con Weah e Alcaraz al posto degli ammoniti Cambiaso e Miretti e un sinistro in corsa di Rabiot neutralizzato da Skorupski, ma all’8’ riparte lo show dei felsinei: Castro lotta come un leone al limite dell’area avversaria e favorisce l’inserimento di Calafiori, che si avventa sul pallone e con un delicato tocco sotto lo spedisce per la terza volta alle spalle di Szczesny. Motta comincia allora ad operare i primi cambi, fra una standing ovation e l’altra: crampi per gli stessi Calafiori e Castro, stanchezza notevole anche per capitan Freuler, Urbanski e Odgaard, ingresso rivedibile dei vari Saelemaekers, Orsolini, Fabbian, El Azzouzi e Beukema, e così qualcosa si rompe. Al 31’ Lucumí regala il possesso a Chiesa tentando un rischioso spunto personale non lontano dalla porta e l’attaccante della Nazionale accorcia le distanze a tu per tu col portiere. Sembra solo un incidente di percorso ma purtroppo è qualcosa di più, perché al 38’ il neo entrato Milik indovina una gran parabola su punizione e riapre la contesa, quindi al 39’ l’altro nuovo ingresso Yildiz si insinua centralmente e scarica una staffilata su cui Skorupski non arriva: 3-3, incredibile.
Se non fosse che uno straordinario traguardo è già in cassaforte e i fuochi d’artificio ormai sono pronti, si potrebbe parlare di festa rovinata, a maggior ragione dato che nel recupero la Juve rischia addirittura di vincere la partita con un mancino sbilenco di Locatelli, ma passata l’amarezza del momento ci si ricorda tutti quanti che questi ragazzi hanno scritto una pagina indelebile di storia. E allora via al party, tra cori, applausi, luci e canzoni, dimenticando l’ennesimo ‘colpo gobbo’ (al Dall’Ara una maledizione eterna, che forse eterne resterà) e guardando ad un futuro luminoso, quello che porterà il Bologna sui palcoscenici più prestigiosi d’Europa. Insieme a chi? Insieme a noi, alla nostra fede rossoblù e chi vorrà continuare ad amare e ad onorare i nostri meravigliosi colori.

BOLOGNA-JUVENTUS 3-3

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Posch, Lucumí, Calafiori (30’ st Beukema), Kristiansen; Aebischer, Freuler (30’ st El Azzouzi); Odgaard (25’ st Orsolini), Urbanski (25’ st Fabbian), Ndoye; Castro (18’ st Saelemaekers).
A disp.: Bagnolini, Ravaglia, Corazza, De Silvestri, Ilic, Lykogiannis, Soumaoro, Moro, Karlsson.
All.: Motta

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti (11’ st Yildiz), Bremer, Danilo; Cambiaso (1’ st Weah), Miretti (1’ st Alcaraz), Locatelli, Rabiot (26’ st Fagioli), Iling Junior; Vlahovic (19’ st Milik), Chiesa.
A disp.: Perin, Pinsoglio, A. Sandro, Rugani, T. Djaló, Kostic, McKennie, Nicolussi Caviglia, Kean, Milik.
All.: Montero

Arbitro: Ayroldi di Molfetta
Ammoniti: 26’ pt Miretti (J), 29’ st Cambiaso (J), 17’ st Danilo (B), 23’ st Bremer (J), 37’ st Aebischer (B), 45’ st Fagioli (J)
Espulsi:
Marcatori: 2’ pt, 8’ st Calafiori (B), 11’ pt Castro (B), 31’ st Chiesa (J), 38’ pt Milik (J), 39’ st Yildiz (J)
Recupero: 3’ pt, 3’ st
Note: 29.603 spettatori (di cui 14.271 abbonati)

Simone Minghinelli

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Foto: Getty Images (via OneFootball)