Vendi Tomiyasu, prendi Posch. Il caso emblematico del circolo virtuoso avviato dal Bologna di Saputo

Vendi Tomiyasu, prendi Posch. Il caso emblematico del circolo virtuoso avviato dal Bologna di Saputo

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Domanda a bruciapelo: qualcuno si ricorda di Arthur Theate? Sì, ce lo ricordiamo tutti. Ma qualcuno, più precisamente, lo rimpiange? No. E la risposta è semplice: da un po’ di tempo il Bologna ha avviato un ricambio virtuoso dei suoi uomini migliori. Il catalogo è già abbastanza nutrito per cominciare a ricordarsi in maniera sbiadita molti nomi, oltre a Theate: Tomiyasu, Skov Olsen, Svanberg e Hickey, solo per iniziare. Tutti venduti a caro prezzo e tutti adeguatamente rimpiazzati senza che si sia mai avvertito il pur minimo depauperamento nell’organico.
Sono lontani insomma i tempi in cui cedere un pezzo pregiato era sinonimo di sacrificio, sacrificio doloroso (si recitava come un mantra) ma necessario a salvare il bilancio. L’ex riccioluto rossoblù è solo uno dei tanti che da Bologna si sono mossi senza rimpianti verso altri lidi, lasciando comunque intatta l’architettura complessiva. A lungo conteso tra Tottenham e Arsenal, anche Takehiro Tomiyasu alla fine ha scelto strade lontane dal capoluogo emiliano dopo due anni sotto le Due Torri. A Casteldebole sono arrivati 20 milioni di euro (più 3 di bonus), un vero affare, a prescindere dal destino del difensore giapponese (ricordiamoci che il prezzo finale non lo fa solo il valore del giocatore ma pure la bottega che lo vende).
Quando si parla di cessioni ci sono due aspetti da considerare: quello tecnico e quello economico. Il BFC dei primi quindici anni del nuovo secolo ha solo considerato il secondo parametro, votandosi così alla pura sopravvivenza e accettando il rischio di vendere senza sapere se si sarebbe potuto sostituire qualcuno. Quello di Saputo, invece, si è sempre posto entrambi i problemi: il continuo viavai di giocatori corrisponde sistematicamente all’arrivo di un pari ruolo con ottime caratteristiche e ormai non impedisce più lo sviluppo di un progetto solido e duraturo, questo perché la macchina del ricambio è talmente rodata che non è più pensabile un nuovo ingresso meno apprezzabile del predecessore (Moro, per fare un esempio, è un calciatore che andrà riscattato a 8,5 milioni, dunque non certo una scommessa).
Il caso di Stefan Posch (proprio come Tomiyasu un centrale riscopertosi terzino, 21 presenze e 5 gol) è l’ultimo palese successo della politica dei dirigenti rossoblù, che tramite il suo acquisto hanno addirittura migliorato e accorciato i tempi di maturazione biennale di solito necessari per calciatori di quel tipo. E quando il ciclo di ricambio tra cessione e nuovo innesto si abbrevia fino a coincidere, porta solo ad un risultato: la crescita della squadra. E infatti il Bologna di oggi viaggia con 4 punti in più (a parità di gare) rispetto al campionato da quota 51 con Pioli in panchina. Superando il quale, si centrerebbe l’obiettivo dettato da Saputo all’inizio della stagione.

Luca Baccolini

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Foto: Getty Images (via OneFootball)