U come uomo

U come uomo

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Guardando il calcio di oggi, sembra lontanissimo il tempo delle marcature a uomo. E a volte viene da pensare a cosa succederebbe se improvvisamente una squadra ricominciasse ad appiccicare in modo militaresco i propri difensori e mediani agli attaccanti avversari, come accadeva negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta.
Sorge anche il dubbio che dopo un lungo periodo fatto di tanti, troppi 0-0, col calcio che stava man mano perdendo il suo lato spettacolare, ci sia stato un tacito accordo internazionale per virare sulla marcatura a zona, così da restituire al football le emozioni dei gol.
Per quanto concerne il Bologna, in casa rossoblù negli anni Ottanta c’erano dei marcatori davvero pazzeschi: Tazio Roversi, che si incollava al numero 11; Franco Cresci, fisso sul numero 7; e Mauro Bellugi, attaccato al centravanti. Ma il giocatore che mi ha impressionato di più è stato Klaus Bachlechner, roccioso stopper nativo di Brunico che marcò magistralmente tutti i big dell’epoca: da Rossi a Giordano, da Graziani a Pruzzo.
Di testa non era un fenomeno, ma come marcatore puro era senz’altro il più forte in circolazione nel nostro campionato. Guarda caso però, giocando nel Bologna, non venne mai chiamato in Nazionale…

Roberto Porrelli

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Foto: bolognafc.it