Mihajlovic:

Mihajlovic: “Mai battuta l’Udinese col Bologna, tabù da sfatare. Palacio e Vignato vedono il calcio allo stesso modo, farò esordire altri giovani”

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questa mattina in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Udinese-Bologna.

Pronti per il rush finale – «Sono rimaste quattro partite, cercheremo di fare più punti possibili e nel contempo di vedere meglio alcuni giocatori in certi ruoli, così da capire se in futuro ci potranno servire oppure no. Ci toccherà anche cambiare qualcosa da una gara all’altra, perché sono molto ravvicinate a abbiamo diversi diffidati. Comunque questa squadra, al di là degli interpreti, ha una forte identità che emerge sempre».

Bestia (bianco)nera – «Da quando sono a Bologna non ho mai vinto contro l’Udinese, e questa è una cosa che mi rode un po’, perciò domani cercheremo di sfatare questo tabù. Le loro caratteristiche possono infastidire chiunque, lo dimostra la partita con la Juventus, inoltre sono gli unici a non aver mai preso gol su calcio d’angolo. L’Udinese è una squadra che ha tutto, fisicità, tecnica e velocità, e mi meraviglio che ogni volta lotti per salvarsi, nonostante pure loro abbiano una società di alto livello che sa programmare. Diversi anni fa avevo parlato con loro per andare là e l’idea mi piaceva, perché c’è un ambiente bello e totalmente concentrato sul calcio».

Palacio, campione senza età – «Rodrigo decide sempre a fine campionato il da farsi. Sicuramente per come gioca, per come si allena e si comporta, è assurdo pensare che abbia 39 anni, sembra un ragazzino. Lui e Danilo ci sono sempre, non si fanno mai male, poi vedi ragazzi di vent’anni che ogni due per tre sono fuori… Sapete che io non guardo l’età ma la bravura, però avere uno come Palacio in rosa è sempre un piacere e un vantaggio. Bisogna essere sempre chiari coi giocatori: all’inizio di questa stagione gli avevo detto che non sapevo quante partite avrebbe giocato, e così sarà anche in futuro, ma voglio che lui si alleni sempre bene e sia un esempio per i giovani. Comunque mi aveva risposto: “Giocherò più di tutti”, ne era sicuro».

Caccia alla punta – «Vista la mole di gioco che produciamo, se avessimo avuto un goleador ne avremmo tratto beneficio: la partita di domenica contro la Fiorentina e i tre gol di Palacio ce lo hanno dimostrato».

Un Bologna sempre più giovane – «Ho in mente una cosa e penso la realizzerò: nelle prossime quattro partite farò esordire il 2004 Urbanski e il 2005 Amey. Anche Raimondo, attaccante sempre dell’Under 17, è molto bravo. Si stanno allenando con noi già da un mese e mezzo e se adesso li vedeste in mezzo ai nostri non notereste la differenza. Hanno un gran potenziale e tanti margini di miglioramento, ecco perché li voglio far debuttare. Se vedo un giovane talento che in prospettiva può diventare più forte di un altro che al momento è migliore di lui, lo faccio giocare».

Vignato, classe e duttilità – «Non so se riproporrò subito Vignato sulla trequarti, vediamo. Lui ha dimostrato di poter fare l’esterno offensivo sia a destra che a sinistra, l’esterno a tutta fascia, anche se non per tutta la partita, e pure il mediano: a me piacciono molto i giocatori che non hanno un ruolo preciso ma si sanno adattare, ti offrono svariate soluzioni. Prima del match con la Fiorentina ci ho parlato e mi ha detto che quella posizione l’aveva ricoperta poche volte nel Chievo, allora gli ho spiegato che non sarebbe cambiato molto e che con la palla tra i piedi lui sa meglio di me cosa fare. Gli ho solo dato un po’ di dritte per la fase difensiva, e gli ho ribadito di stare tranquillo e giocare come sa. Nei primi venti minuti, come accadeva anche a me da calciatore, ha fatto alcune giocate semplici per prendere sicurezza, poi si è sbloccato e ha cominciato a rischiare. Non so se domani giocherà e dove giocherà, ma io per vincere punto sugli elementi di qualità, anche a costo di rischiare qualcosa in fase difensiva».

Fantasia al potere – «A me piacciono le squadre che hanno fantasia: il calcio non è una partita a scacchi, la differenza la fanno soprattutto i grandi giocatori. Non sto dicendo che Vignato lo sia già adesso, ma senza dubbio può diventarlo: dove altri vedono un piccolo sentiero, lui vede un’autostrada, lo dimostrano i palloni che ha servito a Palacio contro la Fiorentina. Questa è la fantasia dei grandi giocatori, a cui basta dire: “Quando hai la palla, fai ciò che ti viene in mente”. I palloni semplici li posso accettare dai giocatori limitati, ma quelli con talento e fantasia devono prendersi certe responsabilità e rischiare: è il bello del calcio. Poi certo, ci vuole anche uno come Rodrigo che capisca tutto alla perfezione e si faccia trovare nel posto giusto al momento giusto, domenica lui ed Emanuel hanno visto le stesse cose».

Fragilità difensiva – «È vero, abbiamo preso otto gol in due gare, ma quando rimani in dieci come a Bergamo diventa dura. Il match con l’Atalanta era stato equilibrato prima dell’espulsione di Schouten, invece con la Fiorentina abbiamo preso tre gol su due tiri in porta, Skorupski non ha fatto parate. Questo è un campionato strano, l’ho detto spesso, per come stiamo giocando meriteremmo di più ma se siamo qui vuol dire che ci è mancato qualcosa. Certo, si poteva fare meglio, ma anche molto peggio. Comunque mancano ancora quattro partite, se le vinciamo tutte e quattro le cose cambiano…».

Mourinho alla Roma – «Il ritorno di Mourinho fa bene al calcio italiano, sono contento. Penso sia la persona giusta per una piazza difficile come Roma, perché ha carisma e carattere. Vediamo cosa succederà, perché se prendi Mourinho devi anche fargli la squadra: come lui stesso ha dichiarato varie volte, sono i grandi giocatori che fanno diventare grandi gli allenatori. Vanno fatti i complimenti alla nuova proprietà giallorossa, perché nessuno se lo aspettava».